Le nuove sfide nell’era digitale della lotta alle mafie

Le nuove sfide nell'era digitale della lotta alle mafie Le nuove sfide nell'era digitale della lotta alle mafie
Le nuove sfide nell'era digitale della lotta alle mafie - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 26 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi

Negli ultimi anni, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha evidenziato un cambiamento significativo nella lotta contro le mafie, soprattutto riguardo alle tecnologie utilizzate per contrastare il crimine organizzato.

La battaglia contro i sistemi di comunicazione criptati

Le forze dell’ordine italiane hanno vissuto una svolta tecnologica grazie al recupero di chat e contenuti precedentemente crittografati tra criminali e narcotrafficanti, grazie al lavoro delle polizie internazionali tedesca, francese e olandese.

Il ruolo delle piattaforme di comunicazione criptate

Le organizzazioni criminali stanno investendo nelle tecnologie per creare piattaforme di comunicazione crittografate simili a Telegram, con funzionalità di cancellazione remota, rendendo estremamente difficile per le autorità l’intercettazione di tali sistemi.

Il reclutamento di hacker e ingegneri informatici

Le mafie non si limitano più a cercare figure tradizionali come avvocati e commercialisti, ma stanno rivolgendo la loro attenzione sempre di più verso l’assunzione di hacker e ingegneri informatici per sviluppare sistemi di comunicazione sicuri e inviolabili.

La sfida del reclutamento nel settore pubblico

Secondo il professore di crimine organizzato Antonio Nicaso, è imprescindibile rendere competitiva la retribuzione offerta agli specialisti informatici anche nel settore pubblico per evitare la fuga di talenti verso il settore privato.

La sfida delle valute digitali

Le mafie stanno adottando criptovalute come il monero, difficile da tracciare a causa delle sue modalità di transazione criptate, che rappresentano una sfida per le autorità nell’identificazione e nell’attribuzione di movimenti finanziari.

Il caso dei sequestri di criptovalute

La recente scoperta di una banca online con transazioni per miliardi di euro e il sequestro di 280 milioni di euro in criptovaluta da parte della procura di Napoli evidenziano la complessità della gestione delle valute digitali nel contesto della criminalità organizzata.

Approfondimenti

    Nicola Gratteri: Procuratore capo di Catanzaro, nota autorità italiana nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie.

    Napoli: Importante città italiana nota per essere uno dei centri principali della camorra, la mafia locale. È coinvolta in diverse attività criminali, tra cui traffico di droga, estorsioni e corruzione.
    Antonio Nicaso: Esperto di crimine organizzato e mafia, con una vasta esperienza accademica e autore di numerosi libri sull’argomento.
    Chat crittografate: Sono strumenti di comunicazione online che offrono un livello di sicurezza elevato, rendendo difficile intercettare o decifrare i messaggi scambiati. Le organizzazioni criminali le utilizzano per evitare l’intercettazione delle forze dell’ordine.
    Hackers e ingegneri informatici: Specialisti che lavorano nel campo della tecnologia, della sicurezza informatica e della crittografia. Le mafie cercano di reclutarli per sviluppare sistemi di comunicazione sicuri e per proteggere le proprie attività illegali online.
    Criptovalute: Valute digitali decentralizzate che utilizzano la crittografia per garantire transazioni sicure e per proteggere la privacy degli utenti. Le mafie stanno adottando criptovalute come strumento per nascondere movimenti finanziari illeciti.
    La lotta alla criminalità organizzata è sempre più influenzata dalle tecnologie avanzate, e le forze dell’ordine devono costantemente aggiornare le proprie strategie per contrastare le nuove minacce emergenti.

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