A Roma, cresce il fenomeno delle vendite illegali di case popolari: annunci su social e risvolti inquietanti

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A Roma, cresce il fenomeno delle vendite illegali di case popolari: annunci su social e risvolti inquietanti - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 6 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

La gestione delle case popolari a Roma e nei suoi dintorni è diventata un tema controverso, con numerosi casi di occupazioni abusive e vendite illegali che affliggono il territorio. Anche se il racket delle occupazioni è ben noto, un nuovo fenomeno sta emergendo: la compravendita di case Ater, diffuse attraverso canali social, a prezzi simili a quelli legittimi per l’acquisto di un alloggio. Questo scenario allarmante evidenzia la complessità della questione abitativa in una delle città più belle d’Italia.

Il mercato nero degli alloggi popolari

Scambi e vendite sui social

Nell’area di Fonte Nuova, in particolare a Tor Lupara, si può assistere a un vero e proprio mercato nero delle case popolari, con annunci che spuntano in modo sorprendente su piattaforme di social media come Instagram e Facebook. Il 4 settembre scorso, un profilo noto come “Welcome to Favelas” ha pubblicato un annuncio per la “vendita” di un alloggio Ater, che è stata successivamente rimossa. Queste attività non avvengono in clandestinità, ma piuttosto alla luce del giorno, richiamando l’attenzione su un problema sempre più radicato.

Un aspetto inquietante è che le transazioni avvengono in contanti, eludendo qualsiasi forma di registrazione ufficiale. La ricerca di case popolari “in vendita” non si limita a questo singolo annuncio, ma si può trovare una serie di offerte simili con modalità analoghe, tutte sintomo di una costante violazione delle normative esistenti. Le famiglie in difficoltà abitativa si trovano intrappolate in questo sistema, cercando di trovare soluzioni che non solo sono illegali, ma anche rischiose.

Cifre da capogiro

La cifra richiesta per alcune di queste quid pro quo è sorprendente. Ad esempio, un immobile venduto per 50mila euro, scontato rispetto a una richiesta iniziale di 55mila, è un chiaro esempio di questo fenomeno. Chi acquista non sta realmente comprando un immobile, ma piuttosto sta offrendo una “buonuscita” all’occupante attuale, il quale ha già occupato l’appartamento senza alcun titolo legittimo. La proposta viene presentata con frasi come “Pagamento chiavi in mano“, visibilmente un tentativo di rendere il tutto apparente più semplice e meno complicato di quanto non sia in realtà.

Il venditore, che non mostra alcun timore per le implicazioni legali delle sue azioni, invita i potenziali compratori a non essere diffidenti e a procedere con l’affare senza esitazioni. Tale atteggiamento, oltre a dimostrare una mancanza di rispetto per le leggi riguardanti l’assegnazione degli alloggi popolari, evidenzia una crescente normalizzazione del fenomeno dell’occupazione abusiva come se fosse un’attività legittima.

L’illegalità dietro le compravendite

La questione della regolarizzazione

Nei vari annunci si fa spesso riferimento alla possibilità di regolarizzarsi successivamente, come accaduto per altri negli anni passati. Questa parte del discorso mette in evidenza un aspetto sconvolgente: le persone coinvolte in queste transazioni non solo si rendono complici di atti illegali, ma sembrano anche fidarsi di un sistema che non garantisce alcuna protezione legale né trasparenza. La promessa di una futura regolarizzazione, basata su richieste di sanatoria all’ente proprietario, dimostra un tentativo di ottenere legittimità in un contesto già di per sé complicato.

Annunci simili e spinte illecite

Vale la pena notare che non è solo il singolo annuncio a causare preoccupazione. Anche un’altra proposta, trovata su Subito.it, propone lo stesso metodo: una casa in affitto dal 1986, con una richiesta di buonuscita che corrisponde agli stessi livelli del primo annuncio. Quest’ultimo mostra un’immagine di un appartamento ben ristrutturato, ricco di dettagli accattivanti, il che rende la proposta ancora più seducente per chi è in cerca di un’abitazione. Tuttavia, la fattibilità legale di questo scambio appare chiaramente problematica, dato che l’assegnazione di alloggi popolari deve seguire delle precise norme regolamentari.

La legge stabilisce che le case popolari devono essere assegnate soltanto a coloro che rispondono ai requisiti necessari, e non può avvenire alcun trasferimento senza il consenso formale dell’ente gestore. Questo, però, non sembra preoccupare i venditori, i quali continuano a promuovere scambi fra assegnatari, con l’aggiunta di proposte di pagamento extra.

L’intervento delle istituzioni

La risposta dell’Ater e della Regione

Con l’aumentare della visibilità degli annunci, le autorità locali hanno iniziato a prendere sul serio la questione. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha richiesto un intervento deciso nei confronti di questi fenomeni illeciti. Il 5 settembre, l’Ater provinciale di Roma, guidata da Remo Pisani, ha emesso un decreto di rilascio per l’appartamento già citato a Tor Lupara, segnando un passo significativo nella lotta contro l’illegalità legata all’occupazione delle case popolari.

Nell’atto, viene specificato che l’attuale occupante della casa era in uno stato di occupazione abusiva da almeno il 2017 e che non aveva rispettato gli obblighi di pagamento. Questo mette in luce l’importanza di riportare ordine e legalità in un sistema che rischia di collassare sotto il peso delle illegalità diffuse.

Il ruolo della politica nel contrastare l’illegalità

Laura Corrotti, consigliera regionale e presidente della commissione urbanistica e politiche abitative, ha sottolineato l’urgenza di arginare il fenomeno delle occupazioni abusive, evidenziando come queste situazioni stiano diventando una vera e propria piaga per il territorio. La Corrotti ha elogiato l’intervento tempestivo dell’Ater, affermando che è fondamentale garantire che gli alloggi pubblici siano riservati solo a chi ne ha realmente bisogno, contrastando le abitudini illecite che minacciano la struttura sociale delle città come Roma.

Questa situazione solleva interrogativi su come affrontare le emergenze abitative e, al contempo, preservare la legalità. La lotta contro il mercato nero delle case popolari è solo all’inizio, e ulteriori sviluppi potrebbero cambiare il corso delle politiche abitative nel futuro prossimo.

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