Addio a Glauco Mari: il grande maestro del teatro italiano si spegne a 94 anni - Occhioche.it
La scomparsa di Glauco Mari segna un momento significativo nel panorama teatrale italiano. A 94 anni, il leggendario attore e regista ha lasciato un’eredità inestimabile, frutto di oltre cinquant’anni di carriera caratterizzata da interpretazioni indimenticabili e da un impegno instancabile nella cultura teatrale. Dalla sua nascita a Pesaro nel 1930, ha intrapreso un cammino artistico che lo ha portato a diventare uno dei personaggi più influenti del teatro nazionale.
Glauco Mari inizia la sua avventura nel mondo dello spettacolo a soli 15 anni, quando recita un ruolo da protagonista in una compagnia amatoriale della sua città natale, Pesaro. Questa esperienza iniziale segna il primo passo verso una carriera straordinaria. Nel 1949, entra all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, un’istituzione di prestigio sotto la direzione di Silvio D’Amico. Qui ha l’opportunità di apprendere dai maestri del teatro italiano, come Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano e Mario Pelosini, che hanno influito notevolmente sulla sua crescita professionale.
Nel corso della sua lunga carriera, Mari è diventato un attore di primo piano, mettendo in scena alcune delle opere più celebri della drammaturgia mondiale. Tra le performance più significative, si ricordano le sue interpretazioni in “Rinoceronte” di Eugène Ionesco, “Edipo re” di Sofocle e “Re Lear” di William Shakespeare. Le sue capacità interpretative e la sua versatilità lo hanno reso un prediletto non solo del teatro classico, ma anche delle opere moderne. Mari ha dato vita a personaggi indimenticabili ne “La bisbetica domata”, “Il mercante di Venezia”, “Riccardo III” e molti altri capolavori.
Oltre alla sua carriera di attore, Glauco Mari ha dimostrato di essere un regista talentuoso, con una particolare predilezione per il genere operistico. Ha diretto “Macbeth” di Giuseppe Verdi in due occasioni: la prima nel 1996 al Teatro Comunale di Treviso, segnando l’inaugurazione della stagione lirica sotto la direzione di Donato Renzetti; la seconda nel 1998 al Teatro San Carlo di Napoli, con Gustav Khunn alla direzione. Questi eventi evidenziano non solo la versatilità di Mari, ma anche il suo impegno nel portare la grande opera al pubblico in modi innovativi e coinvolgenti.
Tra i suoi lavori teatrali più conosciuti come regista, si possono citare adattamenti di celeberrime opere come “Delitto e castigo”, “La tempesta” e “Quello che prende gli schiaffi”. La sua capacità di trasporre i grandi temi della letteratura sul palcoscenico ha reso il suo nome sinonimo di qualità e innovazione nel teatro italiano.
Glauco Mari ha saputo ritagliarsi uno spazio anche nel mondo del cinema, recitando in film di registi di fama come Marco Bellocchio e Dario Argento. Le sue apparizioni in “La Cina è vicina” e “Profondo rosso” hanno contribuito ad ampliare la sua già vasta notorietà, affermandolo come figura chiave nel panorama cinematografico italiano.
Uno dei ruoli che ha segnato la sua carriera cinematografica è stato quello del padre di Nanni Moretti nel film “Ecce bombo”. La sua interpretazione in questo film ha lasciato un segno indelebile nella memoria del pubblico, dimostrando come Mari sapesse adattarsi a diverse forme artistiche, mantenendo sempre intatta la sua espressività e la sua profondità.
La perdita di Glauco Mari rappresenta una grande lacuna nel teatro e nel cinema italiani. La sua dedizione, il suo talento e il suo amore per l’arte vivranno attraverso le opere e i ricordi che ha lasciato.
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