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Addio a Sven Goran Eriksson: la carriera di un allenatore che ha segnato la storia del calcio

La morte di Sven Goran Eriksson, avvenuta oggi all’età di 76 anni, segna la scomparsa di un grande protagonista del calcio mondiale. L’allenatore svedese è deceduto a causa di un cancro al pancreas, diagnosticato all’inizio del 2023. La sua carriera, caratterizzata da successi e innovazioni tattiche, ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori degli appassionati di calcio e nei club che ha guidato, da Lisbona a Roma, passando per Genova.

Una carriera da allenatore in salita

Gli inizi nel calcio

Sven Goran Eriksson, noto affettuosamente come “Svennis“, inizia la sua carriera da calciatore, ma dopo un breve periodo decide di dedicarsi all’allenamento. A soli 27 anni, assume il ruolo di vice allenatore al Degerfors, sotto la guida di Tord Grip. Questa prima esperienza, sebbene non duratura, segna l’inizio di una carriera che lo porterà a diventare uno dei tecnici più rispettati al mondo.

Dopo due anni, Eriksson viene chiamato a guidare l’IFK Goteborg, la squadra più prestigiosa della Svezia. Durante la sua permanenza, riesce a conquistare una serie di trofei, tra cui il campionato svedese, la Coppa di Svezia e la Coppa UEFA nel 1982, grazie a una storica vittoria per 4-0 nell’atto finale contro l’Amburgo. Questo successo diventa il trampolino di lancio per una carriera che avrà risonanza europea.

Il salto in Europa: Benfica e oltre

Dopo il trionfo con il Goteborg, Eriksson si trasferisce al Benfica, dove raccoglie altri trofei, vincendo due campionati di fila. La sua filosofia di gioco, caratterizzata da un approccio moderno e disciplinato, inizia a farsi notare nel panorama internazionale. La reputazione di Eriksson aumenta e il suo lavoro in Portogallo diventa oggetto di ammirazione in tutta Europa.

Nel 1984, il tecnico svedese fa il suo ingresso nel campionato italiano, un contesto che si rivelerà fondamentale per la sua carriera. La Roma lo ingaggia nella speranza di intraprendere una nuova era, dopo quella di Nils Liedholm. Nella stagione 1985-86, Eriksson porta la squadra ad un passo dallo scudetto, ma un’improvvisa sconfitta contro il Lecce frena le ambizioni. Tuttavia, il suo approccio innovativo al gioco e l’intensa dedizione al lavoro non passano inosservati.

I successi in Italia: Sampdoria e Lazio

L’affermazione con la Sampdoria

Dopo la sua esperienza con la Roma, Eriksson ha l’opportunità di sedere sulla panchina della Fiorentina, ma è nella Sampdoria che trova un’ulteriore affermazione. Negli anni ’90, guida il club a un trionfo nei tornei nazionali, culminando con la vittoria della Coppa Italia. Grazie alla sua gestione, la Sampdoria diventa una delle forze emergenti del calcio italiano.

Il trionfo con la Lazio

Il 1997 segna un altro punto di svolta nella carriera di Eriksson, quando viene ingaggiato dalla Lazio, guidata da Sergio Cragnotti. In questo periodo, la società biancoceleste raggiunge l’apice, conquistando numerosi trofei: dalla Coppa Italia alla Coppa delle Coppe, fino a culminare nel 2000 con la conquista dello scudetto. Questo periodo d’oro non solo rafforza la posizione della Lazio nel calcio italiano, ma cementa anche la reputazione di Eriksson come uno dei migliori allenatori dell’epoca.

L’esperienza in nazionale e gli ultimi anni

L’era inglese

Tra il 2000 e il 2004, Eriksson assume la guida della Nazionale inglese, allenando una generazione di calciatori dotati di grande talento. Nonostante le aspettative elevate, la squadra non riesce a raggiungere un titolo significativo, un aspetto che continua a pesare sulla carriera dell’allenatore. Lui rimane comunque un punto di riferimento in un periodo difficile per il calcio inglese.

I capitoli finali

Dopo l’esperienza con l’Inghilterra, Eriksson prosegue la sua carriera con diverse panchine in club e selezioni nazionali, tra cui il Manchester City e le nazionali di Messico, Costa d’Avorio e Filippine. Tuttavia, il suo nome è inscindibilmente legato ai successi ottenuti in Italia e alla sua filosofia di gioco. Nel 2022, dopo un periodo di inattività e una diagnosi di cancro al pancreas, ritorna alle origini come direttore tecnico al Karlstadt, nella quarta divisione svedese.

La notizia della sua morte segna la fine di un’era per il calcio mondiale, lasciando un vuoto significativo nel cuore degli appassionati e degli addetti ai lavori. Sven Goran Eriksson sarà ricordato non solo per i suoi successi sul campo, ma anche per il suo contributo al calcio, un sport che ha contribuito a trasformare e arricchire in ogni parte del mondo.

Luisa Pizzardi

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