Addio ad Antonio Paolucci, illustre storico dell'arte - avvisatore.it
È con grande tristezza che si apprende della morte di Antonio Paolucci, uno dei più stimati storici dell’arte italiani. Paolucci è scomparso a Firenze, città in cui ha ricoperto importanti incarichi nel campo della cultura. Nato a Rimini nel 1939, Paolucci si è laureato in storia dell’arte nel 1964 sotto la guida di Roberto Longhi. Ha iniziato la sua carriera nel 1969 come funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione, dedicandosi alle soprintendenze e all’amministrazione dei beni culturali.
La morte di Antonio Paolucci ha lasciato un grande vuoto nel mondo della cultura. Questo è quanto afferma Eike Schmidt, ex direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e attuale responsabile del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli. Schmidt ricorda Paolucci come un profondo conoscitore della storia dell’arte e un museologo di fama mondiale. Ma ciò che colpiva di più era la chiarezza del suo pensiero e la sua capacità di comunicare concetti complessi in modo accessibile a tutti. Paolucci era anche noto per la sua umanità e per la sua capacità di guidare e ispirare i colleghi nel loro lavoro.
Dopo aver conseguito la laurea, Paolucci ha intrapreso una brillante carriera nel campo dell’arte e della cultura. Ha ricoperto importanti incarichi come soprintendente a Venezia, Verona, Mantova e infine a Firenze, dove è stato soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana. Nel periodo tra il 1995 e il 1996, ha avuto l’onore di essere nominato ministro per i beni culturali e ambientali durante il governo presieduto da Lamberto Dini. In seguito al terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997, è stato nominato commissario straordinario del governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi. La sua carriera si è conclusa nel 2006, quando è andato in pensione per raggiunti limiti d’età.
La morte di Antonio Paolucci rappresenta una grande perdita per il mondo della cultura italiana. Il suo contributo nel campo dell’arte e della museologia rimarrà per sempre nella memoria di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare con lui. La sua passione e la sua dedizione alla valorizzazione del patrimonio culturale resteranno un esempio per le future generazioni.
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