Adriano Panatta: Un Campione Contro le Baby Gang - Occhioche.it
Adriano Panatta esprime la sua opinione sul contrasto al fenomeno delle baby gang e sulla maleducazione e violenza diffuse tra gli adolescenti. L’ex campione di tennis, leggendario insieme a Nicola Pietrangeli per il tennis italiano, si è pronunciato chiaramente durante un’intervista rilasciata a “Oggi Treviso” durante la presentazione di un corso di autodifesa femminile presso il Comune di Treviso. Panatta ha proposto soluzioni decise per affrontare il problema, suggerendo l’importanza di ripristinare pene corporali e l’obbligo del servizio civile per i bulli, come previsto nel decreto Caivano.
Il campione propone l’applicazione di tre o quattro nerbate sul sedere come forma di punizione educativa per i giovani coinvolti in atti di maleducazione e violenza. Panatta sostiene che causare dei “dolorini” potrebbe scoraggiare i ragazzi dal compiere azioni sbagliate. Inoltre, è a favore dell’obbligo per i giovani bulli di svolgere attività umilianti, come spalare concime, per far loro comprendere la gravità dei propri comportamenti. L’ex tennista crede che lo sport possa svolgere un ruolo fondamentale nell’insegnare il rispetto per gli altri e le regole del gioco, trasmettendo importanti valori educativi.
Panatta evidenzia l’importanza del coinvolgimento della famiglia e della scuola nella formazione dei giovani, sottolineando che spesso i genitori non sono presenti a causa degli impegni lavorativi. Questa mancanza di supervisione può contribuire alla formazione di comportamenti violenti e maleducati nei ragazzi. Il campione mette in luce il ruolo fondamentale della famiglia nel guidare e insegnare il rispetto e la legalità ai propri figli. Inoltre, sottolinea che il problema del disagio giovanile non riguarda solo una determinata zona geografica o classe sociale, ma è una questione nazionale che richiede un impegno collettivo.
Panatta commenta i recenti episodi di violenza giovanile a Treviso, sottolineando che le baby gang sono composte da adolescenti molto giovani che necessitano di interventi educativi e di supporto. Il campione ritiene che questi giovani non siano delinquenti incalliti, ma piuttosto ragazzi che possono essere indirizzati verso un percorso corretto se adeguatamente supportati. Il primo cittadino di Treviso sottolinea l’importanza di affrontare il disagio giovanile come una questione comunitaria, trasversale a diversi contesti e provenienze. Si rende necessaria un’azione collettiva e educativa per contrastare efficacemente questo fenomeno diffuso a livello nazionale.
Roma, 10 marzo 2025 – Un passo avanti verso una gestione più sostenibile dell’ASP San…
Dal 14 marzo si riaccendono le luci sul parco del cinema Dal 14 marzo 2025,…
Dati preoccupanti: boom di gonorrea, sifilide e clamidia L’incremento delle infezioni sessualmente trasmissibili tra i…
Un evento speciale al Reale Yacht Club Canottieri Savoia per celebrare le donne L’8 marzo,…
Un riconoscimento che premia un territorio d’eccellenza I Castelli Romani sono stati proclamati Città Italiana…
Un evento carico di emozione e altruismo ha avuto luogo al Monnalisa Bistrot di San…