Agrigento introduce la “tolleranza zero”: vietata la vendita di souvenir con riferimenti mafiosi

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Agrigento introduce la "tolleranza zero": vietata la vendita di souvenir con riferimenti mafiosi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Agosto 2024 by Redazione

Il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, ha annunciato un’ordinanza che vieta la commercializzazione di oggetti turisticamente evocativi legati alla mafia. Questo provvedimento, preso in seguito alla segnalazione di cittadini preoccupati per la vendita di tali souvenir, è stato accolto positivamente dalla comunità e dalle associazioni locali. L’iniziativa segna un passo importante nella promozione della cultura della legalità, soprattutto in vista del 2025, quando Agrigento sarà Capitale della Cultura.

Il contesto dell’ordinanza

Un’azione necessaria contro il mercato dei souvenir mafiosi

Franco Miccichè ha dichiarato di essere “sorpreso” dall’ampio risalto mediatico suscitato dalla sua ordinanza, la quale mira a fermare la vendita di articoli che rappresentano figure simboliche della mafia come ‘u mafiusu’ e ‘a mafiusa’, spesso accostate a oggetti di design come magneti decorativi. Questa decisione scaturisce da una segnalazione di un cittadino che ha messo in luce la presenza di tali prodotti all’interno delle vetrine di negozi nella centralissima via Atenea. Miccichè ha dichiarato che è stato “naturale agire immediatamente”, sottolineando come la stigmatizzazione della città come associata alla mafia sia mortificante per gli agrigentini.

L’impatto sulla comunità agrigentina

Il provvedimento si inserisce in un contesto più ampio di lotta alla mafia e di promozione della legalità che l’Amministrazione comunale sta portando avanti da tempo. Entro il 2025, Agrigento si prepara a diventare Capitale della Cultura, e la promozione di un’immagine positiva della città appare quindi imprescindibile. Il sindaco ha affermato che la vendita di prodotti legati alla mafia mortifica l’impegno della comunità per la diffusione di una cultura che rifiuta la criminalità organizzata.

Gli esercenti locali hanno accolto rapidamente l’ordinanza, adeguandosi al nuovo divieto. “I gadget sono spariti”, ha confermato Miccichè, il quale ha anche comunicato che le forze di Polizia municipale continueranno i controlli per garantire il rispetto della normativa. In caso di violazione, saranno previste sanzioni.

Le reazioni delle associazioni e dei commercianti

Il sostegno da parte di Confcommercio Sicilia

Confcommercio Sicilia ha espresso pieno sostegno all’iniziativa del sindaco di Agrigento. Gianluca Manenti, presidente regionale dell’associazione, ha sottolineato l’importanza del provvedimento e ha sperato che anche altri sindaci della Sicilia possano seguire questo esempio. Manenti ha ricordato che le associazioni che combattono la mafia lottano contro questi stereotipi da oltre un decennio.

Il presidente di Confcommercio Sicilia ha messo in evidenza che l’immagine di una Sicilia associata alla mafia è dannosa, anche per il turismo. Secondo Manenti, la diffusione di articoli come pupazzetti o souvenir che evocano la mafia può far trapelare un messaggio distorto e fuorviante nei confronti dei visitatori, in particolare quelli stranieri.

Questa volontà di combattere i legami con la criminalità appare nei programmi di Confcommercio, che include un codice etico volto a tutelare la legalità e a richiamare l’attenzione sulla sicurezza contro ogni forma di criminalità.

La necessità di un’immagine positiva per la Sicilia

In questo contesto, la posizione di Confcommercio si fa ancora più rilevante considerando che Agrigento, con l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura, ha l’opportunità di riposizionarsi su un palcoscenico di grande visibilità. Manenti ha ribadito l’importanza di mantenere un’immagine che sia “dignitosa e scevra dai soliti stereotipi negativi”. La richiesta di un cambio di rotta all’interno delle pratiche commerciali è un segnale forte in direzione di una vera e propria rivoluzione culturale.

Possibili future iniziative e sviluppi

Iniziative nazionali per fermare la commercializzazione di souvenir mafiosi

Il divieto di vendita dei gadget con riferimento alla mafia non si limita ad Agrigento, infatti, già lo scorso anno era stata intrapresa una simile azione sui traghetti tra Sicilia e Calabria. Le autorità stanno ora rivolgendo l’attenzione anche agli aeroporti siciliani. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandrò Aricò, ha immediatamente invitato i gestori degli aeroporti a fermare la vendita di tali articoli nei punti di accoglienza per i turisti.

Questa mossa ha lo scopo di garantire che gli spazi commerciali nei principali hub di transito riflettano un’immagine di legalità e dignità, dando così un forte segnale a chi visita l’isola. Ad esempio, alla Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, è stata già resa la richiesta di rimuovere oggetti di quel tipo dalle vendite.

La volontà di altri sindaci di adottare misure simili

L’iniziativa del sindaco di Agrigento ha destato anche l’interesse di altri amministratori locali, come il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che ha espresso l’intenzione di discutere modalità per adottare misure analoghe nella sua città. Lagalla ha evidenziato che, nonostante i progressi fatti, la battaglia contro la mafia e la promozione della legalità devono continuare senza sosta.

Questo clima di rinnovato impegno civico segna un momento significativo per la Sicilia, un territorio storicamente colpito dalla presenza mafiosa, ma che sta lavorando attivamente per liberarsi da questa reputazione e riaffermare la sua identità culturale.

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