Ultimo aggiornamento il 12 Marzo 2025 by Emiliano Belmonte
A Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato, è stata presentata la prima indagine sul turismo del vino in Italia, realizzata dal Movimento Turismo del Vino in collaborazione con il CESEO Centro Studi Enoturistico e Oleoturistico dell’Università LUMSA. Lo studio, intitolato “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”, ha fornito un quadro dettagliato sullo sviluppo del settore enoturistico, mettendo in evidenza la sua crescita economica, le tendenze emergenti e le problematiche da affrontare.
L’evento, moderato da Massimiliano Ossini, ha visto la partecipazione di esperti e accademici di rilievo, tra cui Anna Isabella Squarzina, Donatella Cinelli Colombini, Violante Gardini Cinelli Colombini, Antonello Maruotti, Francesco Bonini e Dario Stefàno, presidente del CESEO. Quest’ultimo ha sottolineato come l’enoturismo rappresenti un vero e proprio motore di sviluppo per il turismo internazionale, con un tasso di crescita del 13% annuo a livello globale, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia, per garantire una crescita sostenibile, è necessario investire in ricerca, formazione e innovazione, al fine di rendere il settore più competitivo e al passo con le esigenze dei viaggiatori moderni.
L’analisi del settore: dati e prospettive per il turismo del vino
L’indagine, condotta su un campione di 237 cantine associate al Movimento Turismo del Vino, ha evidenziato una forte crescita del comparto. Il 53% delle cantine ha registrato un incremento del fatturato nel 2024, con un aumento superiore al 24% per un’azienda su quattro. Tuttavia, la principale criticità emersa dallo studio riguarda il costante incremento dei costi operativi, segnalato dall’81% delle cantine intervistate, una problematica che potrebbe compromettere la redditività del settore.
Un altro aspetto chiave è la mancanza di personale specializzato: solo il 38% delle cantine turistiche dispone di addetti con una formazione specifica in Wine Hospitality, mentre nella maggior parte dei casi sono i titolari (63%) ad occuparsi in prima persona dell’accoglienza dei visitatori. Questo dato sottolinea l’importanza di sviluppare percorsi formativi mirati, per migliorare la qualità dell’esperienza enoturistica.
Le aziende vinicole stanno inoltre puntando sempre di più su esperienze immersive e personalizzate. L’indagine ha evidenziato come le cantine investano in attività complementari all’esperienza di degustazione, come pic-nic tra i vigneti, passeggiate guidate e degustazioni sensoriali. Inoltre, il 43% delle aziende adotta pratiche di agricoltura biologica, mentre il 26% ha installato stazioni di ricarica per auto elettriche, segno di un crescente impegno verso la sostenibilità ambientale.
Digitalizzazione e innovazione: le nuove frontiere dell’enoturismo
Un altro elemento centrale dello studio riguarda l’impiego della tecnologia nel settore enoturistico. Nonostante il sito web sia considerato essenziale per la promozione delle aziende, il 42% delle cantine registra meno di 1000 visite al mese, e il 15% non monitora regolarmente il traffico online. Inoltre, l’85% delle cantine è attivo sui social media, con Facebook e Instagram come principali piattaforme di comunicazione.
L’indagine ha messo in evidenza anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore: attualmente, il 20% delle aziende vinicole utilizza strumenti di AI, prevalentemente per la gestione della comunicazione digitale (70%), il marketing (63%) e la gestione delle prenotazioni (35%). Tuttavia, il suo impiego nei processi produttivi è ancora limitato, con solo l’8% delle cantine che ha implementato soluzioni AI nella gestione interna.
Per garantire una crescita sostenibile e competitiva, sarà fondamentale investire in tecnologie avanzate, strategie digitali innovative e formazione del personale. Il Centro Studi CESEO, nato per supportare le aziende del settore, intende sviluppare strategie di lungo periodo per favorire un turismo enogastronomico sempre più strutturato e competitivo.
Con un trend in continua espansione, l’Italia ha tutte le carte in regola per consolidare il proprio ruolo di leader mondiale nell’enoturismo, puntando su qualità, sostenibilità e innovazione per affrontare le nuove sfide del mercato globale.