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Aldo Spinelli accetta il patteggiamento: tre anni e due mesi di pena, 400 mila euro di confisca

Nell’ultimo giorno utile per definire la propria posizione in un’inchiesta che ha coinvolto nomi noti della politica e dell’economia ligure, Aldo Spinelli, imprenditore di riferimento nel settore industriale, ha scelto di patteggiare. La sua decisione arriva in un contesto di crescente pressione e attesa, complicato da accuse che avrebbero potuto avere ripercussioni significative sulla sua attività e sulla sua famiglia.

La sentenza e le conseguenze del patteggiamento

Dettami della procura

Aldo Spinelli ha raggiunto un accordo con la procura che prevede una pena di tre anni e due mesi, accompagnata dalla confisca di 400 mila euro. Inoltre, il patteggiamento comporta l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di contrattazione con la pubblica amministrazione. Queste disposizioni rappresentano un passo fondamentale per il futuro dell’imprenditore, dando atto di come le autorità intendano gestire la questione legata alle pratiche amministrative vis-à-vis l’interesse pubblico.

Il ruolo del giudice

Ora la parola passerà al giudice, il quale dovrà fissare un’udienza per convalidare l’accordo raggiunto. Questo procedimento è uno degli ultimi sviluppi di un’inchiesta che ha già visto coinvolti nomi illustri, come l’ex governatore GIOVANNI TOTI e l’ex presidente del porto di GENOVA PAOLO SIGNORINI, anche questi hanno optato per il patteggiamento. La scelta di Spinelli di accettare la proposta della procura, sebbene possa essere vista come una sconfitta in termini di giustizia, serve a evitare ulteriori complicazioni e un processo che si sarebbe potuto protrarre per anni.

Le motivazioni dietro la decisione di patteggiare

La difesa di Spinelli

Gli avvocati di Spinelli, SANDRO VACCARO e ANDREA VERNAZZA, hanno chiarito le motivazioni dietro questa scelta. “Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l’innocenza di Aldo Spinelli”, hanno dichiarato. Tuttavia, il timore di un processo lungo e di una esposizione mediatica dannosa per le sue aziende e la sua famiglia ha spinto il loro assistito verso il patteggiamento.

La tutela delle aziende e della famiglia

La nota dei legali sottolinea come la volontà primaria di Spinelli fosse quella di proteggere le proprie aziende e i suoi cari, da un danno che avrebbe potuto essere irreparabile. Il rischio di un dibattimento pubblico avrebbe potuto esporre le attività dell’imprenditore a una crisi di immagine difficile da gestire. Per questo motivo, sebbene con dispiacere, Aldo Spinelli ha deciso di accettare l’accordo, tenendo sempre presente l’impatto sulle sue imprese e sul suo nucleo familiare.

Con queste dichiarazioni, gli avvocati hanno cercato di chiarire che il patteggiamento non implica ammissione di colpevolezza per Spinelli, ma piuttosto una decisione strategica in un contesto di incertezze legali e di mercato. Un approccio che, secondo i legali, aveva come obiettivo principale quello di garantire una gestione responsabile della situazione, evitando ulteriori complicazioni e danni collaterali.

Luisa Pizzardi

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