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Alexander, Sagui e Yair: identità e storie dei tre ostaggi rilasciati da Hamas

Il 15 febbraio 2025 segna una giornata significativa per le famiglie di tre ostaggi liberati dalla Striscia di Gaza, tutti con doppia cittadinanza. Questi individui sono stati rapiti il 7 ottobre 2023 dal kibbutz di Nir Oz, un evento che ha scosso profondamente la comunità locale e internazionale.

Il rilascio degli ostaggi

Oggi, i tre ostaggi hanno finalmente riabbracciato i loro cari dopo mesi di angoscia. Tra di loro c’è Sagui Dekel-Chen, un cittadino israelo-americano, che ha avuto un ruolo cruciale nel dare l’allerta durante l’incursione dei miliziani di Hamas nel kibbutz. La sua ultima comunicazione con il padre, Jonathan Dekel-Chen, risale alle 9.30 del 7 ottobre 2023. Jonathan, professore alla Hebrew University e residente a Nir Oz, ha vissuto un incubo fino ad oggi. La madre di Sagui, Neomit, era stata catturata insieme ad altri vicini, ma è stata salvata grazie all’intervento dell’IDF, che ha colpito i miliziani da un elicottero mentre la stavano portando verso Gaza.

Le storie di Alexander e Yair

Un altro ostaggio liberato è Alexander Sasha Trufanov, un cittadino israeliano e russo. Sasha era stato rapito insieme a tre membri della sua famiglia: la nonna Irena Tati, la madre Yelena (Lena) e la fidanzata Sapir Cohen. La tragedia ha colpito la famiglia quando il padre di Sasha, Vitaly Trufanov, è stato ucciso durante il raid del 7 ottobre. Yelena e Irena erano state rilasciate da Hamas il 29 novembre 2023, grazie all’intervento del presidente russo Vladimir Putin. Sapir è stata liberata successivamente, il 30 novembre, come parte di una tregua temporanea. Recentemente, durante una visita a Mosca il 3 febbraio, una delegazione di Hamas aveva assicurato che Sasha sarebbe stato “liberato a breve”.

Il caso di Yair Horn

Infine, Yair Horn, un cittadino israeliano e argentino, è stato rapito dalla sua abitazione a Nir Oz il 7 ottobre. Anche il suo fratello Eitan è stato preso in ostaggio, ma non è incluso nella lista dei 33 ostaggi che dovrebbero essere liberati nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco. Il padre di Yair, Itzik Horn, originario dell’Argentina e residente in Israele da 23 anni, ha fatto appelli pubblici, incluso un appello a Papa Francesco tramite l’agenzia Adnkronos, per ottenere l’intervento del Vaticano nella liberazione degli ostaggi. La situazione di Yair e della sua famiglia continua a destare preoccupazione e speranza tra i loro cari e la comunità.

Francesca Monti

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