Appello superstiti naufragio Cutro per ricongiungimento con famiglie - avvisatore.it
Gruppo di superstiti del tragico naufragio di Cutro, nel quale persero la vita 94 persone, di cui 35 minori, ha lanciato un appello commovente. A distanza di un anno dall’anniversario della tragedia, quattordici ragazzi afgani, rifugiatisi in un centro di accoglienza ad Amburgo, hanno espresso la loro angoscia e necessità di aiuto. Attraverso un video diffuso da MemMed e condiviso da Rete 26 Febbraio, che rappresenta oltre 400 associazioni attive nel terzo settore e nell’immigrazione, essi hanno raccontato la loro drammatica fuga dall’Afghanistan a causa del regime talebano insediatosi nell’agosto 2021. Questo regime ha generato gravi conseguenze in vari ambiti, come sicurezza, economia, cultura ed istruzione, privando i cittadini dei loro diritti fondamentali.
A un anno di distanza dalla strage, i superstiti del naufragio di Cutro continuano a lottare per ottenere verità, giustizia e il diritto al ricongiungimento con le proprie famiglie. Attraverso un post sulla pagina Facebook della Rete 26 Febbraio, si sottolinea come ancora non sia stato garantito loro il diritto fondamentale di riunirsi con i propri cari. Inoltre, molti sopravvissuti come loro si vedono negare il permesso di fare ritorno a Crotone e Cutro in occasione dell’anniversario della tragedia. Nonostante l’Europa si presenti come luogo di accoglienza, a molti di loro viene ancora negato il passaporto per poter raggiungere l’Italia durante i giorni dedicati alla commemorazione.
In un momento così delicato e toccante, i superstiti del naufragio di Cutro pongono un chiaro e sentito appello alle istituzioni italiane, tedesche e europee. La richiesta di riconoscimento definitivo del diritto al ricongiungimento familiare emerge come una necessità imprescindibile per coloro che hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze di eventi tragici e spaventosi. La voce di questi giovani afgani risuona come un grido di speranza e di umanità, rivolto a chi ha il potere e il dovere di ascoltarli e agire per garantire loro un futuro dignitoso e la possibilità di riabbracciare i propri cari.
“Siamo stati vittime di una strage storica che ha causato la morte e la dispersione in mare di decine e decine di persone. Chiediamo aiuto ai governi italiani e tedesco ed a tutta l’Europa per avere riconosciuto definitivamente il diritto al ricongiungimento delle nostre famiglie”.
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