Ultimo aggiornamento il 17 Febbraio 2024 by Redazione
L’intelligenza artificiale nella sanità: un’evoluzione silenziosa ma concreta
Il professore Andrea Laghi, esperto in radiologia presso l’Università di Roma La Sapienza, ha sottolineato l’importanza dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario durante un convegno a Bari. L’intelligenza artificiale, sebbene invisibile agli occhi del pubblico, ha un impatto significativo, consentendo di ridurre la dose di radiazione della Tac del 60% e i tempi di acquisizione della risonanza magnetica del 50%. Laghi ha evidenziato come questa tecnologia supporti i medici, ad esempio nell’identificazione delle fratture nelle radiografie del pronto soccorso, e possa essere utilizzata per modelli decisionali complessi per predire la risposta alla terapia.
- “Esistono anche dei sistemi semplici di supporto al lavoro del medico, sempre in ambito radiologico – ha aggiunto – per esempio la identificazione delle fratture nelle radiografie del pronto soccorso.”
L’ampio spettro di utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario
Laghi ha evidenziato che l’intelligenza artificiale è già presente in diversi settori della sanità, dalla diagnosi e cura, dove supporta i medici, alla gestione dei processi, dove i sistemi di business analytics individuano percorsi ottimali, fino alla formazione e alla comunicazione con i pazienti. Questa tecnologia si sta integrando sempre di più nel contesto sanitario, migliorando l’efficienza e la precisione delle pratiche mediche.
- “Ci sono diversi ambiti della salute dove l’intelligenza è già presente – ha poi specificato Laghi – si va dall’ambito della diagnosi e cura dove ci sono dei sistemi di intelligenza artificiale che supportano i medici nella diagnosi alla gestione dei processi dove i sistemi di business analytics consentono di identificare dei percorsi ottimali fino alla formazione e ovviamente alla comunicazione con il paziente.”
La formazione come chiave per l’implementazione dell’intelligenza artificiale
Rispondendo alle domande sull’applicazione pratica dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, Laghi ha sottolineato l’importanza della formazione. Il “digital gap” che coinvolge gli operatori sanitari, non legato all’età ma a una questione culturale, sta trovando risposte attraverso corsi post universitari e l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei programmi di studio. Laghi ha evidenziato l’avvio di moduli sull’intelligenza artificiale per gli studenti di medicina presso l’Università La Sapienza, sottolineando che questa formazione diffusa sarà fondamentale per tutti gli operatori sanitari nel prossimo futuro.
- “E’ una formazione che parte dal basso e che arriverà poi in qualche anno a tutti gli operatori”, ha concluso Laghi.