Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 by Redazione
Un fatto di cronaca che ha sollevato l’attenzione nella Capitale. Un uomo di 60 anni è stato posto agli arresti domiciliari dopo l’emissione di un’ordinanza da parte del Gip, accusato di usura, tentata estorsione e rapina. La sua attività illecita, che ha fruttato oltre 100mila euro, è emersa a seguito di un’indagine avviata nel settembre 2022, su denuncia di una vittima di questo sistema di prestiti predatori. Questo articolo esplorerà i dettagli delle accuse, le modalità utilizzate dall’indagato e il contesto in cui si sono svolti i fatti.
La denuncia che ha svelato un sistema di usura
L’inizio della vicenda
Le indagini sono partite nel settembre 2022, quando un 58enne romano ha deciso di denunciare l’usuraio, un collega di lavoro. Nel 2018, in un momento di difficoltà economica, aveva richiesto un prestito di appena 500 euro per fronteggiare spese improvvise legate alla salute della compagna e della madre anziana. Inizialmente, l’indagato si era presentato come un amico disposto ad aiutare, ma la situazione è rapidamente degenerata.
L’acuirsi delle richieste e i tassi usurari
Dopo poco più di un mese dal prestito iniziale, l’indagato ha cominciato a rivendicare non solo la restituzione della somma prestata, ma anche elevati interessi. Negli anni seguenti, la vittima ha versato all’usuraio la sorprendente cifra di circa 20mila euro, corrispondenti a ben 51 “mensilità” per un prestito iniziale di soli 500 euro. La pratica usuraria ha portato a un tasso di interesse calcolato del 917,64%, inaccettabile e ben al di sopra dei limiti legali. Questo evento ha segnato la vita della vittima e ha messo in luce le tecniche disoneste usate dall’indagato.
Le modalità operative dell’usuraio
Prestiti a colleghi e conoscenti
Le indagini condotte dai Carabinieri di Porta Portese, insieme alla Procura di Roma, hanno rivelato che l’arrestato non si limitava a un singolo caso di usura. Effettivamente, le ricerche hanno portato alla luce almeno altri quattro episodi in cui il sessantenne ha applicato lo stesso modus operandi. Si trattava, nella maggior parte dei casi, di prestiti erogati a colleghi di lavoro o a loro familiari in situazioni critiche. Prestiti che variavano tra i 500 e i 4.800 euro, sempre seguiti da richieste di restituzione con tassi usurari compresi tra il 35% e l’80%.
Sanzioni per ritardi nei pagamenti
Un aspetto preoccupante delle sue prassi era in particolare l’imposizione di sanzioni pecuniarie per chi tardava nel pagamento. Ogni ritardo, infatti, comportava il pagamento di ulteriori somme comprese tra i 90 e i 100 euro, un incremento che rendeva insostenibile il debito dei malcapitati. I pagamenti avvenivano inizialmente di persona, ma durante l’emergenza sanitaria da pandemia si è passati a transazioni tramite carte prepagate, intestate a delle vittime che l’indagato aveva asportato con violenza.
Le indagini e i sequestri
Un volume d’affari illecito notevole
Le indagini hanno messo in evidenza un volume d’affari illecito impressionante: transazioni per un totale di 35.260 euro e un giro di affari complessivo superiore ai 100.000 euro. Il modus operandi dell’indagato ha sollevato serie preoccupazioni tra le forze dell’ordine e le autorità sanitarie, destando l’interesse di diversi settori della società.
Ricerche e scoperte durante l’operazione
Nei momenti precedenti all’arresto, i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dell’indagato. Durante le operazioni, sono stati rinvenuti documenti potenzialmente rilevanti ai fini delle indagini e, motivo di particolare rilevanza, ben 13.000 euro in contante, occultati in una busta nella cantina. Questa scoperta ha rafforzato le accuse e fornito ulteriori riscontri sul giro d’affari usurario condotto dall’indagato.
L’evidente impatto delle attività illecite su persone in difficoltà mette in luce l’urgenza di un controllo rigoroso sulle pratiche di prestito informale, specialmente in situazioni di vulnerabilità.