Arrestato in Italia un cittadino greco-australiano: il cold case di Melbourne del 1977 si risolve - Occhioche.it
Un’importante evoluzione in un omicidio che ha scosso l’Australia per decenni si è verificata con l’arresto di un cittadino greco-australiano di 65 anni all’aeroporto di Fiumicino, a Roma. L’individuo è sospettato di essere coinvolto nel brutale duplice omicidio di Suzanne Armstrong e Susan Bartlett, avvenuto nel gennaio del 1977 a Melbourne. Le autorità australiane hanno avviato le procedure di estradizione, segnando una potenziale svolta in uno dei casi più eclatanti della criminologia australiana.
Il 13 gennaio 1977, le vite di due giovani donne furono brutalmente interrotte in una terribile scena di crimine nella loro abitazione di Easey Street, a Collingwood, un quartiere di Melbourne. Suzanne Armstrong, 27 anni, e Susan Bartlett, 28 anni, furono trovate senza vita all’interno della loro casa, uccise da molteplici coltellate. Una drammatica scoperta fu anche quella della figlia di 16 mesi di Armstrong, che fu trovata viva, ma in condizioni critiche di disidratazione. Questo tragico avvenimento creò un’onda d’urto emotiva nell’intera comunità, spingendo le autorità a intensificare le indagini.
Nel corso degli anni, il caso divenne noto come “gli omicidi di Easey Street“. La brutalità dell’atto e la giovane età delle vittime colpirono profondamente non solo i familiari, ma anche la cittadinanza di Melbourne. Fu avviata una caccia all’autore che si rivelò difficile e lunga, portando alla creazione di un’unità dedicata a investigare su questo cold case. L’indagine si evolveva con sporadici aggiornamenti, ma nessun sospetto concreto emerse per decenni, lasciando la polizia di Victoria e la comunità in uno stato di incertezze.
Nel 2017, per incentivare eventuali testimoni a parlare, fu offerta una generosa ricompensa di un milione di dollari australiani a chiunque potesse fornire informazioni utili per l’arresto e la condanna dei responsabili. La pubblicità del caso e le affidabili fonti investigative sollevarono un rinnovato interesse pubblico e mediatico, facendolo diventare oggetto di numeros libri e documentari.
Un importante fattore nella risoluzione del caso fu l’evoluzione delle tecniche di indagine e la base di dati criminali, che resero infatti possibile ricollegare i dettagli al sospettato attuale. La determinazione degli investigatori su questo caso rimase costante nel corso degli anni, e ogni nuovo indizio veniva esaminato con attenzione. Finalmente, nel 2023, il lavoro incessante di queste squadre ha portato a una svolta clamorosa.
Il sospettato è stato arrestato a Roma grazie a una “Red Notice” emessa dall’Interpol, un avviso internazionale che genera allerta su un individuo ricercato per reati gravi. L’autorità italiana ha collaborato attivamente alle indagini, facilitando l’arresto del 65enne, che risiedeva in Grecia al momento della cattura. Questo processo di cooperazione internazionale ha dimostrato l’importanza delle alleanze tra le forze dell’ordine globali per affrontare i crimini irrisolti.
L’arresto è avvenuto in un contesto di rigorosa osservanza delle leggi, nonostante le leggi greche sulla prescrizione per i reati di omicidio potessero rappresentare un ostacolo. La presenza della “Red Notice” ha però permesso alle autorità italiane di agire prontamente, chiudendo un cerchio che era rimasto aperto per oltre 47 anni. La polizia di Victoria ha molto apprezzato l’assistenza ricevuta, che ha rappresentato un passo cruciale verso la giustizia per le vittime.
Attualmente, le autorità australiane stanno preparando una richiesta formale di estradizione per riportare l’individuo in Australia. Si prevede che il processo richiederà almeno un mese, durante il quale la polizia si recherà a Roma per presentare le prove necessarie a supporto della loro richiesta. La speranza è che questo possa finalmente portare alla responsabilità di coloro che hanno distrutto due vite giovani e promesse, restituendo giustizia a una comunità segnata dal dolore.
La polizia di Victoria sta mantenendo un profilo basso, ma i detective coinvolti nell’indagine hanno espresso la loro gratitudine per i progressi fatti e la speranza di portare a termine un caso che per troppo tempo è rimasto irrisolto.
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