Ultimo aggiornamento il 21 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
La recente operazione delle forze di polizia ha portato all’arresto di un ragazzo di 19 anni, accusato di aver messo in atto una truffa aggravata nei confronti di due fratelli disabili. La vicenda è iniziata con una telefonata ingannevole da parte di un sedicente maresciallo dei carabinieri e di un avvocato, i quali hanno coinvolto uno dei due fratelli in una vicenda legata a un incidente stradale. A seguito dell’accurata indagine della Polizia, il truffatore è stato arrestato in flagranza mentre riceveva una somma di denaro concordata con la vittima.
Il copione della truffa
La telefonata iniziale
Nella prima fase della truffa, i due fratelli disabili sono stati contattati telefonicamente da un individuo che si spacciava per un maresciallo dei carabinieri. Durante questa conversazione, l’uomo ha sostenuto che un parente della vittima fosse coinvolto in un grave incidente stradale. Ha quindi dichiarato che una donna incinta, coinvolta nell’incidente, avrebbe subito conseguenze così gravi da potenzialmente portare a un aborto. L’obiettivo di questa comunicazione era quello di indurre la vittima a risarcire la donna per evitare possibili conseguenze penali nei confronti del parente coinvolto.
Un coinvolgimento crescente
Dopo la prima telefonata, il truffatore ha ulteriormente intensificato la sua strategia, contattando nuovamente la vittima presentandosi come un avvocato. Ha così cominciato a richiedere ripetutamente denaro, prospettando ulteriori danni alla donna incinta e insinuando che la situazione legale potesse complicarsi ulteriormente se non fosse intervenuto un risarcimento. I due fratelli, spaventati e confusi dalla situazione, si sono lasciati convincere a versare ingenti somme di denaro, arrivando a pagare una cifra complessiva di 21.000 euro dal mese di settembre.
La truffa smascherata
Intervento delle forze dell’ordine
Grazie a una segnalazione da parte dei due fratelli, le forze di polizia hanno avviato un’indagine. Gli agenti hanno verificato il flusso di denaro e hanno disposto un appostamento per fermare il truffatore all’atto della consegna di una nuova somma di denaro. Per garantire che l’intervento fosse condotto in modo efficace, la Polizia ha contrassegnato le banconote da 50 euro che sarebbero state utilizzate per il pagamento, al fine di raccogliere prove inconfutabili contro il sospettato.
L’arresto in flagranza
Il 17 settembre, il truffatore si è presentato all’appuntamento fissato con la vittima. Subito dopo la consegna dei 2.000 euro, i poliziotti sono intervenuti, intercettando il giovane all’uscita dell’edificio. Durante il controllo, gli agenti hanno rinvenuto le banconote contrassegnate in possesso del giovane, il quale è stato arrestato per truffa aggravata. La procedura è stata convalidata dall’Autorità Giudiziaria, sulla base delle evidenze raccolte dagli investigatori.
Prospettive legali
L’indagine è ancora in corso e il giovane arrestato è attualmente considerato presunto innocente, in attesa dell’esito definitivo del procedimento legale. È fondamentale sottolineare che l’indagine preliminare servirà a chiarire ulteriormente i dettagli della vicenda e a stabilire eventuali responsabilità ulteriori. La rapida azione della Polizia ha messo in luce non solo la vulnerabilità di alcune persone nei confronti delle frodi, ma anche l’importanza di una risposta tempestiva delle autorità competenti per arginare tali episodi di malversazione.