Attese di 18 mesi per i farmaci anticancro in Europa: Italia si distingue, ma restano limiti significativi

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Attese di 18 mesi per i farmaci anticancro in Europa: Italia si distingue, ma restano limiti significativi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 by Redazione

Nel 2023, i pazienti oncologici europei devono affrontare tempi di attesa sempre più lunghi per accedere a nuovi farmaci anticancro, con un mediano di 559 giorni per il loro accesso. Questa situazione evidenzia la necessità urgente di un intervento per migliorare la disponibilità di terapie salvavita sul territorio. Sebbene l’Italia sia più veloce rispetto alla media europea, con un’attesa di 417 giorni, gli esperti avvertono che il sistema locale presenta diverse criticità. Una parte fondamentale di questo dibattito avviene in occasione del Congresso della Società europea di oncologia medica che si apre a Barcellona.

Il quadro attuale in Europa

L’analisi dei tempi di attesa

Nel contesto europeo, il tempo medio di attesa per l’accesso a nuovi farmaci antipertensioni nel 2023 ha raggiunto i 559 giorni, un incremento rispetto ai 526 giorni del 2022. Questa tendenza allungata mette in luce come i pazienti oncologici debbano affrontare sempre più ritardi nel ricevere trattamenti innovativi. I dati raccolti mostrano una notevole disparità tra i diversi Paesi europei. Germania si distingue come il Paese più reattivo, con soli 93 giorni di attesa, mentre l’Italia, nonostante abbia tempi più brevi della media, rimane ancora lontano dai benchmark europei ottimali.

Le autorità sanitarie, incluse quelle italiane, devono quindi considerare seriamente cambiamenti strutturali per garantire una distribuzione più rapida dei farmaci ai pazienti. La presenza di Prontuari terapeutici regionali in dodici Regioni rappresenta un vero e proprio ostacolo che rallenta l’implementazione delle nuove terapie, come sottolineano gli esperti del settore.

Necessità di riforme strutturali

Il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica , Francesco Perrone, ha espresso forte preoccupazione per i lunghi tempi necessari affinché nuovi farmaci siano disponibili dopo l’approvazione da parte dell’Ema. L’abolizione dei Pts, come sostenuto da Perrone, potrebbe rappresentare un primo passo verso una soluzione. A suo avviso, il tempo che intercorre tra la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l’effettiva disponibilità nei vari territori è troppo lungo e penalizza i pazienti.

La collaborazione con l’Agenzia italiana del farmaco è fondamentale per implementare modelli che consentano l’accesso rapido ai farmaci, ma bisogna anche considerare ulteriori problematiche connesse ai processi burocratici. Il sistema attuale, secondo gli esperti, deve essere ripensato per garantire un’efficienza maggiore e tempi di attesa adeguati alle esigenze dei malati di cancro.

Le sfide della sperimentazione clinica

Situazione attuale delle sperimentazioni

L’Italia, sebbene stia facendo progressi significativi nel settore oncologico, deve affrontare una serie di ostacoli legati ai processi burocratici riguardanti le sperimentazioni cliniche. Massimo Di Maio, presidente eletto di Aiom, ha richiamato l’attenzione sull’armonizzazione delle procedure di autorizzazione che risultano ancora troppo lunghe e complesse rispetto agli standard europei.

Nel 2022, Aifa ha autorizzato 663 sperimentazioni, di cui quasi il 40% nel campo oncologico. Tuttavia, la situazione di stallo nella riduzione dei tempi di approvazione rende i centri clinici italiani meno competitivi rispetto all’estero, soprattutto rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, l’Australia e l’Asia, dove gli studi di fase I si svolgono in modo più celere ed efficiente.

L’importanza del finanziamento e dell’attrattiva per i promotori

Investire nella ricerca clinica è cruciale non solo per i pazienti ma anche per il Servizio sanitario nazionale, che beneficia di costi evitati legati alla somministrazione di terapie. È stato dimostrato che ogni euro investito in uno studio clinico riesce a generare quasi 3 euro di benefici per il Ssn. Tuttavia, a causa dell’inefficienza delle procedure italiane, i costi potrebbero aumentare, risultando meno vantaggiosi per i promotori di studi clinici. Risolvere queste problematiche è quindi essenziale per migliorare l’attrattività del sistema sanitario italiano.

Prevenzione e screening: un tema cruciale

L’importanza degli screening

Il programma di screening rappresenta un’arma fondamentale nella lotta contro il cancro. Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, ha sottolineato la necessità di dare maggiore impulso alla prevenzione secondaria. I dati del 2023 mostrano che solo il 55% delle donne si è sottoposto a mammografie per la diagnosi precoce del carcinoma mammario. Per il carcinoma del colon-retto, il 35% degli over 50 ha effettuato la ricerca del sangue occulto nelle feci, mentre solo il 41,5% delle donne ha svolto il test Hpv o il Pap test per la cervice uterina.

La sfida delle differenze regionali

Nonostante i dati siano in miglioramento rispetto agli anni precedenti, permangono forti disparità regionali. È necessario intensificare le campagne di sensibilizzazione per coinvolgere la popolazione nei programmi di screening e utilizzare le nuove tecnologie per facilitare l’accesso a questi test. Le linee guida europee indicano che, entro il 2025, il 90% della popolazione eleggibile dovrebbe avere l’opportunità di eseguire screening per i tumori più frequenti.

L’innovazione nella ricerca oncologica

Progressi nella terapia e utilizzo dell’intelligenza artificiale

Al Congresso Esmo, vengono presentati studi innovativi in oncologia che potrebbero rivoluzionare la pratica clinica. L’attenzione si concentra sull’immunoterapia e sugli anticorpi farmaco coniugati, che offrono trattamenti mirati e meno invasivi per i pazienti. La possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale per identificare i meccanismi di resistenza alle terapie rappresenta un altro importante passo avanti nella personalizzazione dei trattamenti.

Futuro di fronte alla ricerca oncologica

La ricerca oncologica in Italia ha visto progressi significativi, contribuendo a risparmiare un numero considerevole di vite umane. Tuttavia, insiste la necessità di continuare a investire in questa direzione, prestando particolare attenzione a rendere più snelle e competitive le procedure che regolano le sperimentazioni e i processi di approvazione delle terapie oncologiche. Solo così sarà possibile garantire ai pazienti bellezza e velocità di accesso alle terapie e offrire loro nuove e promettenti opportunità di cura.

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