Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 by Giordana Bellante
L’ultima analisi dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega evidenzia un preoccupante aumento delle morti sul lavoro in Italia e, in particolare, nel Lazio. Lo studio, che copre un periodo di quattro anni, offre una visione dettagliata dell’incidenza delle tragedie sul posto di lavoro rispetto alla popolazione lavorativa. Nonostante il Lazio si posizioni a metà classifica, il report rivela un incremento significativo rispetto a due anni fa, sollevando interrogativi sulla sicurezza e le misure di prevenzione nel mondo del lavoro.
La ricerca di Vega Engineering
L’analisi è stata condotta da Vega Engineering Srl, una rinomata società veneta specializzata nella sicurezza e nella salute sul lavoro. La ricerca si basa su dati forniti dall’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, i quali sono continuamente aggiornati e disponibili per il pubblico. L’ultimo aggiornamento, al quale si riferisce questo report, risale al 30 giugno del corrente anno e evidenzia una situazione allarmante, non solo per il Lazio, ma per l’intera nazione, evidenziando lacune importanti nelle politiche di sicurezza e prevenzione.
L’analisi svolta da Vega Engineering mette in evidenza l’importanza di considerare l’incidenza delle morti sul lavoro, ovvero il numero di decessi rispetto al numero totale degli occupati. Secondo Mauro Rossato, presidente della società, i numeri assoluti possono fuorviare, rendendo difficile comprendere la reale gravità della situazione. I dati indicano che, a partire dal 2021, l’incidenza delle morti sul lavoro è aumentata, mostrando come il tema dell’insicurezza lavorativa in Italia richieda un’attenzione rinnovata.
La situazione dal 2021 ad oggi
L’analisi del report mostra un peggioramento della situazione lavorativa dal 2021 ad oggi. L’incidenza delle morti sul lavoro è aumentata da 14,7 morti per milione di occupati nel 2023 a 15,4 nel 2024. Questo è particolarmente allarmante, considerando che tra il 2021 e il 2022 si era registrato un significativo decremento dell’incidenza, scesa da 19,7 a 14,8, influenzata dalla risoluzione dell’emergenza COVID-19, che aveva inizialmente provocato un incremento delle morti sul lavoro. Rossato sottolinea che, a dispetto dei miglioramenti temporanei, il dato attuale rimanda alla persistenza di un problema di insicurezza lavorativa che non può più essere ignorato.
Questo aumento è emblematico delle difficoltà nel garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i dipendenti. La questione non riguarda solo i decessi, ma accende i riflettori su una cultura della sicurezza ancora fragile e sulla necessità di interventi efficaci affinché i lavoratori possano operare senza timore di incidenti mortali. Il report di Vega Engineering, quindi, non rappresenta solo una mera statistica, ma un forte appello a ripensare le pratiche di sicurezza e prevenzione nel lavoro.
L’aumento del 4% nel Lazio in due anni
Nel contesto nazionale, il Lazio si colloca a metà classifica con un’incidenza di 16,4 morti per milione di occupati nel 2024. Questo rappresenta un notevole miglioramento rispetto ai dati del 2021, quando l’incidenza era di ben 20,7. Tuttavia, la situazione ha subito un’inversione di tendenza. Nel 2022, il numero di incidenti mortali era sceso a 12,9, ma nel 2023 è risalito a 13,9, delineando un aumento del 4% rispetto ai dati recenti.
Questi dati suggeriscono che, nonostante gli sforzi campagnosi per ridurre gli infortuni sul lavoro, permangono criticità significative. Il Lazio, pur mostrarsi tra le regioni con un’incidenza inferiore, evidenzia una necessità di continuità nell’enforcement delle normative di sicurezza. Il volgere di tali statistiche potrebbe richiedere un’urgente rivisitazione delle politiche locali e nazionali, da invocare assieme a un maggior controllo e adeguate misure di prevenzione nel mondo del lavoro.
Le vittime più frequenti degli incidenti sul lavoro
Il report di Vega Engineering non si limita a fornire dati generali sulle morti sul lavoro, ma analizza anche le categorie di lavoratori maggiormente interessate da questi eventi tragici. Statistiche evidenziano che l’incidenza di infortuni, anche non mortali, tra lavoratori stranieri è significativamente maggiore rispetto agli italiani. Nel 2024, si registrano infatti 21.083 infortuni tra lavoratori stranieri, rispetto ai 18.427 del 2021. Al contrario, il numero di infortuni tra lavoratori italiani è cresciuto solo marginalmente, passando da 9.516 a 9.568 nello stesso periodo.
La fascia di età più colpita risulta essere quella dei giovani, in particolare gli individui tra i 15 e i 24 anni. Questo dato è particolarmente preoccupante, poiché evidenzia la vulnerabilità di una generazione che, contribuendo attivamente al mercato del lavoro, si trova a fronteggiare rischi e insidie elevate. La disparità nei dati suggerisce la necessità di interventi mirati e politiche di sicurezza specifiche per le diverse categorie di lavoratori, ma soprattutto per le fasce più giovani, ancor più esposte a situazioni di pericolo.