Ultimo aggiornamento il 12 Settembre 2024 by Redazione
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La situazione della dengue in Italia sta suscitando crescente preoccupazione, con un totale di 412 casi confermati dall’inizio dell’anno fino al 10 settembre 2024. La maggior parte delle infezioni si lega a viaggi all’estero, con solo due contagi autoctoni registrati. Le autorità sanitarie, tra cui l’Istituto superiore di sanità, monitorano attentamente la diffusione della malattia attraverso un sistema di sorveglianza attivo, evidenziando la necessità di implementare misure di prevenzione e informazione.
Distribuzione dei casi di dengue in Italia
Nel report emesso dall’Istituto superiore di sanità, il numero di casi di dengue ha mostrato un incremento significativo, passando a 412, un aumento di 88 unità rispetto ai 324 casi diagnosticati al 5 agosto 2024. Tra questi, 410 sono stati registrati in persone che hanno viaggiato all’estero, mentre i due casi autoctoni sono stati identificati nelle province di Reggio Emilia e Brescia. Nello specifico, uno di questi casi autoctoni è stato diagnosticato a Albinea, il quale ha alzato il livello di attenzione nelle aree circostanti.
Per il caso registrato a Ospitaletto, le autorità locali hanno avviato tempestivamente operazioni di disinfestazione nelle comunità interessate, comprese Gussago e Monticelli. Le condizioni cliniche dei pazienti interessati sono risultate buone, secondo quanto riportato dai bollettini sanitari. Le indagini continuano per garantire che non ci siano ulteriori contagi e per monitorare l’epidemiologia della malattia.
La dengue, trasmessa principalmente dalla zanzara Aedes aegypti, rappresenta una crescente sfida per la salute pubblica non solo in Italia ma anche in tutta Europa, dove i cambiamenti climatici e la mobilità globale stanno contribuendo alla diffusione di arbovirosi, malattie trasmissibili attraverso gli insetti.
Le regioni più colpite e il profilo demografico dei contagiati
Analizzando ulteriormente i dati forniti, emerge che le regioni italiane più gravemente colpite dalla dengue sono la LOMBARDIA, con 78 casi importati e 1 autoctono, seguita dal VENETO, con 71 casi importati, e dal LAZIO, con 68 casi importati. L’EMILIA ROMAGNA ha riportato 48 casi importati e 1 autoctono, mentre il PIEMONTE e la TOSCANA hanno segnalato rispettivamente 38 e 34 casi importati.
Il report rivela anche interessanti caratteristiche demografiche: l’età mediana dei pazienti affetti da dengue è di 40 anni, con una leggera predominanza di donne, che rappresentano il 52% dei casi. È importante notare che per tutti i casi studiati non ci sono stati decessi, elemento rassicurante in un contesto di preoccupazione generale.
Insetti vettori e prevenzione
La presenza degli insetti vettori, ovvero le zanzare, è un fattore chiave nell’epidemia di dengue, e per questo motivo le autorità sanitarie incoraggiano iniziative di sensibilizzazione sulla prevenzione. È fondamentale che i cittadini adottino misure come l’uso di repellenti, l’installazione di zanzariere e la riduzione di focolai d’acqua stagnante, dove le zanzare possono proliferare.
Altre arbovirosi in aumento
Oltre ai casi di dengue, dall’inizio dell’anno sono stati registrati anche altri arbovirus, con 6 casi confermati di ZIKA virus, 12 di CHIKUNGUNYA e 42 di infezioni neuro-invasiva da TBE. Tutti questi casi sono stati associati a viaggi all’estero, con una età mediana uniforme di 49 anni e senza registrazione di decessi. Anche il TOSCANA virus ha mostrato attività, con 64 casi confermati interamente di origine autoctona e una età mediana di 53 anni, indicando un’ulteriore sfida per il sistema sanitario nazionale.
Queste informazioni evidenziano non solo l’urgente necessità di intensificare le misure di prevenzione contro le malattie vettoriali ma anche l’importanza di promuovere la consapevolezza tra la popolazione, affinché sia preparata e informata per affrontare tali riscontri sanitari. La vigilanza continua è essenziale per proteggere la salute pubblica e prevenire ulteriori focolai di queste malattie.