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Aumento del 60% dell’autolesionismo tra i giovani: la preoccupante relazione con l’uso degli smartphone

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Il fenomeno dell’autolesionismo tra bambini e adolescenti sta assumendo dimensioni preoccupanti, con un incremento del 60% negli ultimi anni. Secondo le osservazioni degli esperti, il crescente uso degli smartphone è tra le cause principali di questa emergenza, che ha visto un acuirsi della situazione soprattutto dopo la pandemia. In occasione del 36esimo Congresso nazionale dell’Associazione culturale pediatri, l’attenzione è stata focalizzata sulla salute mentale dei più giovani, evidenziando la necessità di una maggiore informazione e intervento da parte dei pediatri.

L’aumento delle malattie psichiatriche nei giovani

Il fenomeno preoccupante

Le malattie psichiatriche stanno diventando sempre più comuni tra i bambini e gli adolescenti. Questo incremento è ancora più evidente nel contesto post-pandemico, dove il disturbo autolesionistico sembra colpire una percentuale crescente di giovani. In base ai dati presentati durante il congresso, si stima che almeno il 10% dei bambini e il 18% degli adolescenti stia vivendo un disturbo mentale diagnosticabile, con le ragazze a maggior rischio. La crisi del benessere psicologico si manifesta in vari modi, ma l’autolesionismo emerge come una delle espressioni più allarmanti.

Secondo Stefano Vicari, professore di Neuropsichiatria infantile presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, “la sedentarietà e l’assenza di attività ricreative contribuiscono all’insorgere di problematiche psicologiche nei più giovani.” Di fatto, l’aumento esponenziale della ricerca di aiuto presso i servizi di pronto soccorso psichiatrico è un indicatore chiaro di quanto il disagio psicologico stia colpendo il mondo giovanile.

L’emergenza post-pandemia

Durante la pandemia di SARS-CoV-2, il numero di giovani con problemi di salute mentale è aumentato drasticamente. Prima della pandemia, il pronto soccorso psichiatrico del Bambino Gesù registrava una media di circa 250 consulenze all’anno. Nel 2019, questa cifra è schizzata a mille, e nel 2022 e 2023, ha superato quota 1850. Questo aumento è indicativo di una crisi sistemica in corso, caratterizzata da un preoccupante aumento dei casi di autolesionismo, che oggi rappresenta il 60% delle consulenze effettuate.

Questa situazione è emersa in un contesto in cui le difficoltà relazionali e sociali, aumentate a causa della pandemia, hanno portato molti giovani a cercare vie di fuga attraverso comportamenti autolesionistici. Questo fenomeno rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per i tentativi di suicidio, una tragedia che colpisce particolarmente le fasce d’età più giovani.

Smartphone e dipendenze comportamentali

Un cambiamento avvenuto nel 2013

Uno dei cambiamenti socioculturali più significativi che ha influenzato il benessere mentale dei giovani è stato il calo dei prezzi degli smartphone nel 2013. Questo sviluppo ha portato a un accesso senza precedenti ai dispositivi mobili, contribuendo alla creazione di nuove forme di dipendenza comportamentale. Il telefono cellulare è diventato un compagno inseparabile, influenzando profondamente i comportamenti e le relazioni sociali dei giovani.

La relazione tra smartphone e salute mentale è complessa; la crescente dipendenza da questi dispositivi ha portato a una diminuzione delle interazioni sociali faccia a faccia, aumentando il rischio di isolamento e dipendenza. La relazione con il mondo digitale, già preoccupante nel 2013, ha visto un ulteriore deterioramento nel periodo post-pandemico.

I pericoli dell’uso eccessivo

Gli studi evidenziano che i bambini trascorrono sempre più tempo davanti agli schermi, sottraendo tempo prezioso ad attività tradizionali e ricreative. Questo comportamento non contribuisce solo all’aumento della sedentarietà, ma crea anche circuiti di ricompensa neurologica che possono portare a comportamenti compulsivi. Questa condizione aumenta il rischio di autolesionismo e depressione. Ciò rende fondamentale un intervento educativo che sensibilizzi i genitori sul ruolo critico dei dispositivi mobili nella vita quotidiana dei loro figli.

Il consiglio degli esperti è chiaro: “educare i giovani a un uso responsabile dei dispositivi, insegnare valori fondamentali e stabilire regole chiare possono fare la differenza.” Un approccio proattivo è essenziale per prevenire l’insorgere di problemi più gravi, come l’autolesionismo e il tentativo di suicidio.

Segni di disagio e prevenzione

Riconoscere i segnali di allerta

Per prevenire e intervenire efficacemente, è cruciale per i genitori e i pediatri monitorare i segnali di disagio nei bambini e adolescenti. Questo include prestare attenzione a cambiamenti nel comportamento, come la flessione delle performance scolastiche, l’irritabilità, difficoltà nel sonno e una diminuzione dell’appetito. Questi cambiamenti possono facilmente sfuggire, ma un’osservazione attenta da parte delle figure genitoriali può aiutare a identificare problematiche esistenti prima che si aggravino.

Vicari sottolinea l’importanza di non fraintendere il concetto di privacy. Se da un lato è fondamentale rispettare l’autonomia dei giovani, dall’altro è essenziale garantire la loro sicurezza. Gli esperti avvertono che il controllo sui dispositivi e sulle attività online deve rimanere un impegno costante da parte dei genitori, affinché possano intervenire in caso di necessità.

Metodi educativi e regole

Un’adeguata educazione in materia di salute mentale è fondamentale. I genitori sono invitati a stabilire regole di utilizzo degli smartphone, limitando l’accesso ai social media e promuovendo attività alternative. Le comunicazioni familiari devono prevedere momenti senza dispositivi, come i pasti, per rafforzare i legami affettivi e favorire la comunicazione aperta. Inoltre, è fondamentale non sottovalutare mai i segnali di disagio; dialogare e monitorare l’uso dei dispositivi è cruciale per prevenire l’autolesionismo fra i giovani.

In un contesto in cui i giovani possono facilmente soccombere alla pressione sociale e ai disturbi mentali, è prioritario sviluppare una cultura di attenta osservazione e dialogo costruttivo, che aiuti a promuovere il benessere mentale e a prevenire situazioni estreme come l’autolesionismo e il tentativo di suicidio.

Luisa Pizzardi

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