Aumento del 6,6% dei dati nell’ultima settimana: analisi completa

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Aumento del 6,6% dei dati nell'ultima settimana: analisi completa - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 28 Dicembre 2023 by Redazione

Primo calo dei ricoveri Covid negli ospedali italiani

L’ultima rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) ha evidenziato un primo lieve calo dei ricoveri Covid. Secondo i dati, nella scorsa settimana si è registrato un calo del 6,6%. Dopo un periodo di sostanziale stabilità, per la prima volta torna il segno meno nel bollettino.

Riduzione dei casi di ricoverati ‘per Covid’

La riduzione riguarda anche i casi di ricoverati ‘per Covid’. Secondo una nota della Fiaso, i pazienti con sindromi respiratorie e polmonari che hanno fatto ricorso al ricovero in ospedale sono calati dell’8%. Inoltre, i ricoverati ‘con Covid’, ovvero coloro che sono in ospedale per altre cause senza sintomi respiratori rilevanti da riferire al coronavirus Sars-CoV-2, si riducono anch’essi del 5% e continuano a rappresentare i tre quarti dei ricoverati adulti con infezione da Sars Cov-2. L’età media di questi pazienti è di 76 anni.

Situazione delle terapie intensive

Per quanto riguarda le terapie intensive, il numero degli accessi Covid rimane basso, con un’incidenza complessiva del 3,2% sui ricoverati Covid. Si tratta principalmente di pazienti fragili, con un’età media di 70 anni, affetti da altre patologie che aggravano il quadro clinico.

Secondo il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, i dati sono ancora interlocutori e potrebbero subire oscillazioni nelle prossime settimane. Il periodo natalizio potrebbe aver influenzato la decisione di accedere all’ospedale e il gran numero di virus alternativi circolanti potrebbe aver avuto un ruolo competitivo. Prima di trarre conclusioni, è necessario comprendere l’influenza dei fattori concomitanti.

Migliore sottolinea anche l’esiguo numero di accessi in terapia intensiva, ma purtroppo si accentua la proporzione di anziani fragili che ormai domina il quadro generale dei ricoverati. Secondo lui, la vaccinazione avrebbe potuto proteggerli dalle conseguenze gravi della malattia e dal ricovero.

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