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Aumento delle giudici donne alla Corte Costituzionale: solo 8 su 121 dal 1956, una eletta dal Parlamento

Il Parlamento italiano si prepara a una seduta comune giovedì prossimo, un evento che segna la quattordicesima convocazione per affrontare una questione cruciale: l’elezione di quattro **giudici** **costituzionali**. Questo incontro rappresenta non solo un’opportunità per rinnovare la composizione della **Corte**, ma anche un’importante occasione per affrontare il persistente **gap** di **genere** che caratterizza l’organo **giudiziario**.

Il gap di genere nella Corte costituzionale

Dal 1956, solo otto **donne** hanno avuto l’onore di servire come **giudici** **costituzionali** in **Italia**, un dato che evidenzia un divario di **genere** significativo e preoccupante. La **Corte** **costituzionale**, istituita con la **Costituzione** del 1948 e operativa dal 1956, ha visto un predominio maschile con 113 **uomini** su 121 **giudici** nominati fino ad oggi. Questo squilibrio è particolarmente evidente se si considera che il primo ingresso femminile nella **Corte** risale a 40 anni fa, quando **Fernanda** **Contri** è stata nominata dal presidente della **Repubblica** **Oscar** **Luigi** **Scalfaro** nel novembre del 1996. Da quel momento, solo altre sette **donne** hanno seguito le sue orme, tra cui nomi noti come **Marta** **Cartabia** e **Daria** **De** **Pretis**.

Attualmente, la situazione non è molto migliorata. Con un **Collegio** ridotto a soli 11 **giudici**, solo tre di essi sono **donne**, tutte nominate non dal **Parlamento** ma dal **Presidente** della **Repubblica** **Sergio** **Mattarella** e dalla **Corte** di **Cassazione**. Questo scenario sottolinea l’importanza della prossima convocazione delle **Camere**, che potrebbe rappresentare un’opportunità per riequilibrare la composizione della **Corte** e ridurre il **gap** di **genere**. L’elezione dei quattro **giudici** **costituzionali** potrebbe portare la presenza femminile a sette, un passo significativo verso una maggiore **equità**.

Le opportunità di rinnovo

La seduta di giovedì prossimo non è solo un momento di elezione, ma anche un’occasione per il **Parlamento** di riflettere sulla propria responsabilità nel promuovere la **parità** di **genere**. Con la decadenza di **Silvana** **Sciarra**, **Augusto** **Barbera**, **Franco** **Modugno** e **Giulio** **Prosperetti**, il **Parlamento** ha la possibilità di rinnovare la **Corte** e, al contempo, di apportare un cambiamento significativo nella rappresentanza femminile. La prospettiva di avere sette **donne** su quindici **giudici** sarebbe un traguardo storico per la **Corte** **costituzionale**, un passo avanti che potrebbe ispirare una nuova generazione di **donne** a intraprendere carriere nel **diritto** e nella **giustizia**.

La nomina dei **giudici** **costituzionali** è un processo che coinvolge tre organi dello **Stato**: il **Presidente** della **Repubblica**, il **Parlamento** in seduta comune e le supreme **magistrature**. Storicamente, il **Quirinale** ha giocato un ruolo fondamentale nel promuovere la presenza femminile nella **Corte**, con sei nomine su otto totali. Questo dato evidenzia l’importanza delle scelte politiche e istituzionali nel plasmare la composizione della **Corte** e nel promuovere una maggiore inclusione.

Un futuro di maggiore equità

La questione della **parità** di **genere** nella **Corte** **costituzionale** non è solo una questione di numeri, ma riguarda anche la rappresentanza e la diversità nel sistema **giudiziario** **italiano**. La presenza di **donne** in posizioni di potere e responsabilità è fondamentale per garantire che le diverse prospettive siano rappresentate nelle decisioni che influenzano la vita dei **cittadini**. La storia della **Corte** ha visto un lento ma costante progresso, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

L’elezione dei nuovi **giudici** **costituzionali** rappresenta quindi un’opportunità non solo per rinnovare la **Corte**, ma anche per inviare un messaggio forte e chiaro sulla necessità di una maggiore inclusione e rappresentanza. La speranza è che il **Parlamento**, in questa seduta, possa compiere un passo decisivo verso un futuro di maggiore **equità** e **giustizia**, contribuendo a colmare il **gap** di **genere** che ha caratterizzato la **Corte** per decenni.

Francesca Monti

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