Aumento fondi Ssn, ma cresce rinuncia a cure rispetto a 2019: il caso degli Aceti (Salutequità)

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Aumento fondi Ssn, ma cresce rinuncia a cure rispetto a 2019: il caso degli Aceti (Salutequità) - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 18 Gennaio 2024 by Redazione

Aumenta la rinuncia alle cure nonostante l’aumento del finanziamento del Servizio sanitario nazionale

Nonostante un aumento significativo del finanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) negli ultimi anni, il livello di rinuncia alle cure da parte dei cittadini è peggiorato. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), nel 2022 la percentuale di cittadini che hanno rinunciato alle cure necessarie è salita al 7%, rispetto al 6,3% del 2019. Questo dato preoccupante evidenzia un problema nell’accesso alle cure sanitarie.

Le differenze regionali sono anche rilevanti, con la Sardegna che registra la percentuale più alta di rinuncia alle cure (12,3%), seguita dal Piemonte (9,6%) e dalla Campania (4,7%). Queste differenze indicano una disparità nell’accesso alle cure sanitarie tra le diverse regioni italiane.

Un altro problema è rappresentato dal fatto che il ministero della Salute non utilizza attualmente questo indicatore, insieme ad altri, per valutare le performance delle regioni nell’assicurare i Livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA) ai cittadini. Il Nuovo sistema di garanzia dei LEA, utilizzato dal ministero della Salute per valutare l’operato delle regioni, non tiene conto di questo indicatore fondamentale. Questo è emerso dal report di Salutequità intitolato “Valutare bene per garantire equità. Raccomandazioni per l’equità nel Nuovo sistema di garanzia (NSG) dei Livelli essenziali di assistenza”.

Il report di Salutequità evidenzia le criticità del Nuovo sistema di garanzia dei LEA

Il report di Salutequità, presentato durante un seminario nazionale a Roma, mette in luce le criticità del Nuovo sistema di garanzia dei LEA. Approvato nel 2019 e in vigore dal 2020, il sistema presenta indicatori insufficienti e deboli. Solo il 25% degli indicatori contribuisce all’assegnazione del punteggio alle regioni. Questo rende il sistema obsoleto e non adeguato alla realtà attuale.

Il presidente di Salutequità, Tonino Aceti, sottolinea l’importanza di un sistema dinamico di aggiornamento degli indicatori, in grado di adattarsi alle priorità di salute dei cittadini e alle politiche sanitarie in evoluzione. Aceti afferma: “Senza maggiori e migliori controlli sull’assistenza erogata dalle regioni, a fronte dei miliardi di euro stanziati per il SSN, non si va da nessuna parte“. Il report propone raccomandazioni per migliorare il Nuovo sistema di garanzia dei LEA, al fine di garantire un accesso più equo all’assistenza sanitaria.

La necessità di un controllo più rigoroso sull’assistenza sanitaria regionale

Il report di Salutequità mette in evidenza la necessità di un controllo più rigoroso sull’assistenza sanitaria erogata dalle regioni. Nonostante i finanziamenti considerevoli, senza un adeguato controllo da parte dello Stato, le disuguaglianze nell’accesso alle cure sanitarie rischiano di aumentare ulteriormente.

Inoltre, l’ipotesi di assegnare maggiore autonomia alle regioni senza un rafforzamento del ruolo di controllo dello Stato potrebbe aggravare le disuguaglianze esistenti. È fondamentale garantire un’assistenza sanitaria equa e di qualità per tutti i cittadini italiani.

In conclusione, nonostante l’aumento del finanziamento del SSN, la rinuncia alle cure da parte dei cittadini è aumentata. Il Nuovo sistema di garanzia dei LEA presenta criticità che devono essere affrontate per garantire un accesso equo all’assistenza sanitaria. È necessario un controllo più rigoroso sull’assistenza sanitaria regionale per ridurre le disuguaglianze esistenti.

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