Aumento matrimoni nel 2022, calo previsto nel 2023: dati Istat

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Aumento matrimoni nel 2022, calo previsto nel 2023: dati Istat - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2023 by Redazione

Matrimoni in Italia: un aumento nel 2022 nonostante la pandemia

Nel 2022, nonostante la crisi pandemica che ha portato molte coppie a rinviare le nozze, in Italia sono stati celebrati 189.140 matrimoni, registrando un aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente e del 2,7% rispetto al 2019. Tuttavia, i matrimoni religiosi hanno subito una diminuzione del 5,6% rispetto al periodo pre-pandemico, sebbene siano rimasti pressoché stabili rispetto al 2021 (-0,5%). Secondo i dati provvisori dell’Istat, nei primi otto mesi del 2023 si è registrata una nuova diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2022, i primi matrimoni sono stati 146.222 (+2,7%), di cui 29.574 con almeno uno sposo straniero (+21,3%). Inoltre, le unioni con il partner dello stesso sesso sono aumentate del 31%, mentre le separazioni sono diminuite dell’8,2% (con i divorzi stabili a 82.596).

I matrimoni legati a fenomeni congiunturali

I dati provvisori del 2023 confermano l’andamento altalenante dei matrimoni in Italia, che negli ultimi decenni è stato influenzato da fenomeni congiunturali. Ad esempio, nel 2000 si è registrato un aumento dei matrimoni legato al desiderio di celebrare le nozze all’inizio del nuovo millennio. Al contrario, nel triennio 2009-2011 si è verificato un forte calo delle nozze dei cittadini stranieri, a causa delle modifiche legislative volte a limitare i matrimoni di comodo. Inoltre, la crisi economica del 2008 ha avuto un impatto sulle intenzioni matrimoniali delle coppie. Infine, nel 2020 il numero dei matrimoni si è dimezzato a causa degli effetti della pandemia da Covid-19 e delle misure di contenimento adottate.

La preferenza per la convivenza rispetto al matrimonio

Negli ultimi quarant’anni, si osserva in Italia un ridimensionamento della nuzialità. La transizione alla vita adulta segue percorsi diversi rispetto al passato, quando il motivo principale per lasciare il nucleo familiare era legato alla formazione di una nuova famiglia attraverso il matrimonio. Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali del 2016, le giovani generazioni di uomini preferiscono la convivenza more uxorio al matrimonio (22,5% contro il 21,8% che lascia la casa dei genitori entro i trent’anni). Al contrario, per le donne la scelta predominante è ancora il matrimonio (40% per le nate negli anni Ottanta), seguito dalla convivenza, che aumenta di generazione in generazione.

Differenze territoriali: aumento al Centro e al Nord, calo nel Mezzogiorno

A livello territoriale, l’aumento dei matrimoni nel 2022 è stato più consistente al Centro (14,2%) e al Nord (10,5%), mentre nel Mezzogiorno si è registrata una diminuzione rispetto al 2021 (-4,5%) e al 2019 (-2,3%). Nel 2022, i primi matrimoni (77,3% del totale) sono tornati ai livelli del 2019 dopo il dimezzamento del 2020. La diminuzione tendenziale dei primi matrimoni è strettamente legata alla crescente diffusione delle convivenze more uxorio, che sono più che triplicate tra il 2000-2001 e il 2021-2022, passando da circa 440.000 a oltre 1,5 milioni. Questo aumento è principalmente attribuibile alle convivenze di celibi e nubili.

Il nodo della bassa fecondità

Negli ultimi decenni, la bassa fecondità ha avuto un impatto negativo sui matrimoni in Italia. Le nuove generazioni sono numericamente ridotte e la popolazione in età da matrimonio è sempre più limitata. Di conseguenza, anche a parità di propensione a sposarsi, il numero assoluto di matrimoni diminuisce costantemente.

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