Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2024 by Redazione
Aumento dei suicidi e sovraffollamento nelle carceri italiane
Aumento dei suicidi in carcere
Il 2024 ha iniziato con un triste record di suicidi nelle carceri italiane. Nei primi nove giorni dell’anno, ben quattro persone si sono tolte la vita. La prima era stata incarcerata ad Ancona a settembre e avrebbe dovuto uscire ad agosto di quest’anno. La penultima, invece, era stata detenuta nella Casa circondariale di Cuneo per soli 13 giorni. Queste morti si aggiungono alle 14 catalogate come “morti per cause naturali”. I dati sono stati resi noti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
Preoccupante aumento della popolazione detenuta
Il Garante sottolinea che questi suicidi sono solo l’inizio di un anno che sembra seguire la stessa tendenza del 2022, quando si sono registrati 85 suicidi. La situazione del sovraffollamento carcerario è in costante aumento da un anno, con una progressione preoccupante rispetto agli anni precedenti. Alla fine del 2022, la popolazione detenuta era aumentata di circa 2000 unità rispetto a dicembre 2021. Ma al 30 dicembre 2023, l’aumento era del doppio, con circa 4000 persone in più. Negli ultimi tre mesi, l’aumento è stato di 1196 detenuti, quasi 400 al mese.
Sovraffollamento delle carceri italiane
Attualmente, l’indice di affollamento delle carceri italiane è del 127,54%. Ci sono 60.328 persone detenute, 13.000 in più rispetto ai 47.300 posti disponibili. Alcune carceri registrano punte di sovraffollamento molto elevate, come la casa circondariale di San Vittore a Milano con il 232,10%, la casa circondariale di Canton Mombello a Brescia con il 204,95%, la casa circondariale di Lodi con il 204,44% e quella di Foggia con il 195,36%.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale sottolinea che la situazione è aggravata dalla modalità di esecuzione della detenzione della media sicurezza. Le persone rimangono chiuse nelle camere di pernottamento se non sono impegnate in attività, causando una carenza diffusa di attività nel sistema penitenziario italiano. Questo porta alla permanenza nelle celle, spazi che in alcuni istituti sono inferiori al limite dei 3 mq per persona, violando così l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Il Garante nazionale raccomanda provvedimenti urgenti per ridurre la popolazione detenuta, come quelli introdotti con il decreto-legge 23 dicembre 2013 n. 146. Inoltre, si auspica l’avvio rapido di una previsione normativa per consentire una modalità diversa di esecuzione penale per le persone condannate a pene brevi, inferiori ai due anni di reclusione. Queste misure potrebbero contribuire a ridurre il sovraffollamento e a garantire il rispetto della dignità delle persone detenute, nonché la finalità risocializzante della pena.