Il capo di Stato maggiore israeliano, generale Herzl Halevi, ha lanciato un avvertimento riguardo a un possibile conflitto con il Libano, che potrebbe portare a un allargamento della guerra tra Israele e Hamas. Durante un incontro con i soldati nel nord di Israele, Halevi ha dichiarato che le Forze di difesa israeliane stanno aumentando la prontezza per uno scontro in Libano, basandosi sulle lezioni apprese dai combattimenti a Gaza. Ha inoltre affermato che l’obiettivo è riportare i residenti a nord, che sono stati costretti a sfollare a causa degli attacchi di Hezbollah. Secondo il capo di Stato maggiore, le probabilità di una guerra nel nord sono più alte che mai.
Secondo l’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sono 253 le persone prese in ostaggio durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Al momento, si ritiene che a Gaza ci siano ancora 132 ostaggi, di cui 105 vivi e 27 morti. Gli altri ostaggi sono stati rilasciati o liberati. Secondo quanto riportato dai media israeliani, Netanyahu avrebbe ostacolato una proposta di accordo sullo scambio di prigionieri elaborata dai ministri del gabinetto di guerra. Inoltre, il primo ministro ha ordinato all’esercito di ispezionare i camion con i farmaci destinati alla Striscia di Gaza, parte dei quali sono destinati agli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Secondo una fonte di Hamas a Beirut, i leader del gruppo non lasceranno volontariamente la Striscia di Gaza, in previsione di un aumento del numero di militari israeliani nell’enclave palestinese. La fonte ha affermato che sarà una questione di “vittoria o martirio”. Eliminare i leader di Hamas è uno degli obiettivi principali dell’attacco di rappresaglia condotto da Israele dopo l’attacco del 7 ottobre. Si ritiene che i leader di Hamas si nascondano principalmente nella rete di tunnel costruita nella Striscia di Gaza, rappresentando una sfida per le forze armate israeliane. L’obiettivo principale è Yehya al-Sinwar, capo di Hamas nella Striscia di Gaza.
Le forze israeliane hanno bombardato pesantemente l’area vicina all’ospedale Nasser senza alcun ordine di evacuazione, causando il panico tra i pazienti e i civili sfollati che avevano cercato rifugio. Un chirurgo di Medici Senza Frontiere (Msf) ha denunciato la situazione catastrofica all’ospedale Nasser a Khan Younis. Secondo Leo Cans, capomissione di Msf per la Palestina, l’ospedale sta operando al 300% della sua capacità e i combattimenti sono molto vicini. Un attacco aereo ha colpito a soli 150 metri dall’ingresso dell’ospedale, causando otto morti e più di 80 feriti.
La tensione tra Iran e Pakistan è in aumento. Islamabad ha richiamato il suo ambasciatore in Iran a seguito di una “violazione ingiustificata” dello spazio aereo da parte di Teheran. Inoltre, il Pakistan ha deciso di non consentire il ritorno a Islamabad dell’ambasciatore iraniano. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri di Islamabad, Mumtaz Zahrah Baloch, il Pakistan si riserva il diritto di rispondere a questo atto illegale e la responsabilità delle conseguenze ricadrà direttamente sull’Iran. Baloch ha anche annunciato la sospensione delle visite ad alto livello tra i due paesi. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha dichiarato che i missili e i droni dell’Iran non hanno preso di mira i cittadini del Pakistan, ma il gruppo terroristico Jaish-al-Adl, che ha basi al confine tra Iran e Pakistan.
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