Autonomia: Follini critica la riforma sostenuta dalla minoranza

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Autonomia: Follini critica la riforma sostenuta dalla minoranza - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione

L’importanza della questione territoriale nell’autonomia delle regioni

Sta nascosta, ma è cruciale: la questione territoriale, con il doppio divario tra centro e periferia e tra nord e sud, sarà determinante per il profilo del paese nei prossimi mesi e anni. Mentre il confronto politico oscilla tra la drammaticità e la frivolezza, con dibattiti sul premierato e argomenti meno impegnativi come il festival di Sanremo, sembra esserci una ritrosia a entrare nel tema dell’autonomia delle regioni del nord. Questo perché il tema non appare così appassionante per molti e perché negli anni è stato affrontato con strumentalità da tutti. Si è d’accordo sul principio dell’autonomia, ma si è in disaccordo sul modo di attuarla, finendo per essere in disaccordo con se stessi di legislatura in legislatura.

La lunga storia dell’autonomia regionale in Italia

La storia dell’autonomia regionale in Italia è lunga e complessa. Inizialmente, le regioni furono volute dai democristiani e avversate dai comunisti. Successivamente, il copione si rovesciò e i partiti delle maggioranze centriste fecero del loro meglio per ritardare l’istituzione degli enti regionali per non concedere ai loro avversari l’occasione di governare quei territori dell’Italia centrale dove i numeri favorivano le forze di opposizione. Solo alla fine degli anni sessanta si riuscì a superare questa situazione e iniziò una nuova sfida. Dopo un altro ventennio, il leghismo si affermò nel nord e si ebbe un altro giro di valzer. Il centrodestra si proclamò federalista per invogliare Bossi a schierarsi dalla sua parte, mentre il centrosinistra si scoprì anch’esso federalista per strappare Bossi al campo avverso. Molti dei protagonisti di quelle stagioni credevano davvero alle parole d’ordine che pronunciavano, ma la gran parte di quelle parole aveva come obiettivo la conquista e la consolidazione di un’alleanza di governo.

Il futuro dell’autonomia regionale in Italia

Sembrano finire gli spari a salve e se il progetto di Calderoli per l’autonomia delle regioni del nord andasse a buon fine, cambierebbe il paesaggio geopolitico del paese. Le regioni avrebbero poteri più cospicui e potrebbero attivare meccanismi di cooperazione che potrebbero sfiorare una qualche forma di involontaria secessione. Esistono molti modi per avviare questo percorso e si prevede che la Meloni e il Pd frenino le derive più estreme. La Meloni per il suo principio nazionalista e il Pd per la sua visione di partito della nazione. È da sperare che questa azione di freno eviti accelerazioni troppo impetuose da parte dei fautori più estremi dell’autonomia. È paradossale che si stia varando una riforma a cui la maggior parte delle forze politiche è contraria, ma che è sospinta da una minoranza che ha fatto la corte a tutti fin dall’inizio della seconda repubblica e che ora sente di aver ragione per passare dalle parole ai fatti.

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