Ultimo aggiornamento il 12 Gennaio 2024 by Redazione
Autopsia conferma tracce di farmaci sospetti nei pazienti deceduti
L’autopsia condotta dall’Istituto di Medicina di Foggia sui pazienti deceduti nell’Hospice di Torremaggiore ha rivelato la presenza di tracce di Midazolam e Promazina nel sangue di 12 dei 15 pazienti esaminati. Secondo l’accusa, questi farmaci non erano prescritti nel piano terapeutico dei pazienti. Entrambi i farmaci agiscono sul sistema nervoso per indurre un rilassamento muscolare. L’infermiere di 55 anni, coinvolto nell’inchiesta, è stato indagato con l’accusa di omicidio volontario.
Risultati delle indagini sui pazienti deceduti
L’autopsia è stata eseguita su 16 pazienti, su cui era stata sollevata la sospetto di morte sospetta. Purtroppo, per uno dei pazienti, l’esame non è stato possibile a causa della cremazione. Le indagini sono state avviate dopo che sono stati ricevuti degli esposti anonimi presso le forze di polizia. L’obiettivo era verificare se fossero state somministrate sostanze che potessero causare la morte dei pazienti. I risultati delle indagini hanno rivelato la presenza di Midazolam e Promazina nel sangue di 12 dei 15 pazienti esaminati.
Accuse e difesa dell’infermiere coinvolto
Secondo gli inquirenti, i farmaci trovati nei pazienti sono comunemente utilizzati per la sedazione terapeutica e per alleviare la sofferenza nei malati terminali. Tuttavia, è necessaria una prescrizione medica per la loro somministrazione, che in questo caso era totalmente assente. L’avvocato Luigi Marinelli, difensore dell’infermiere coinvolto, ha dichiarato che il suo assistito è sempre stato tranquillo e ha sempre seguito le prescrizioni dei medici. Ha inoltre sollevato il dubbio sul perché solo l’infermiere sia stato indagato, considerando che c’era altro personale nella struttura. Attualmente, l’infermiere lavora in un’altra struttura sanitaria nella provincia di Foggia, dopo essere stato trasferito durante l’indagine.
La ricerca delle cause delle morti sospette nell’Hospice di Torremaggiore continua, mentre l’infermiere coinvolto si difende dalle accuse.