Baby Gang, il trapper controverso: tra arte, simbolismo e questioni legali

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Baby Gang, il trapper controverso: tra arte, simbolismo e questioni legali - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 10 Maggio 2024 by Giordana Bellante

Parte 1: “Arte e simbolismo: le ‘fotografie’ di Baby Gang”

Sottotitolo 1.1: “Il significato dietro le immagini cruente”
Le ‘fotografie’ di Baby Gang, che lo ritraggono spesso in pose e situazioni provocatorie e cruente, non sono da intendere come una mera esibizione di sé, ma vanno lette alla luce del loro significato simbolico e artistico. ‘artista, infatti, utilizza queste immagini per enfatizzare il proprio carisma e la propria identità di trapper, un genere musicale che mutua dal rap l’impiego di espressioni e immagini forti.

Sottotitolo 1.2: “La gestione dei social: un’operazione comunicativa”
Il profilo Instagram di Baby Gang, che conta milioni di follower, non è gestito direttamente dall’artista, ma dal suo manager, che si occupa dell’aspetto comunicativo e della gestione dei canali social. Questa scelta è dettata dalla volontà di creare un’immagine coerente e di forte impatto, in grado di attirare l’attenzione del pubblico e di veicolare al meglio la musica e il messaggio di Baby Gang.

Parte 2: “Baby Gang e le questioni legali: tra carcere e ricorso”

Sottotitolo 2.1: “Il ritorno in carcere e le accuse”
Zaccaria Mouhib, altrimenti noto come Baby Gang, è recentemente tornato in carcere su decisione della Corte d’Appello di Milano. ‘artista, che era ai domiciliari con braccialetto elettronico a seguito di due condanne in primo grado per rapina e altri reati, avrebbe violato le prescrizioni dell’autorità giudiziaria comunicando con un numero indeterminato di soggetti e pubblicando su Instagram alcune fotografie in cui impugna una pistola puntata verso l’obiettivo.

Sottotitolo 2.2: “Il ricorso al Tribunale del Riesame e la difesa”
Baby Gang, attraverso il suo legale Niccolò Vecchioni, ha presentato un ricorso al Tribunale del Riesame per ottenere gli arresti domiciliari. La difesa dell’artista si fonda su diversi elementi, tra cui il fatto che sia l’arma impugnata nelle fotografie incriminate, sia i sacchi di marijuana presenti sullo sfondo, fossero mere ‘copie’, ossia oggetti di scena forniti dalla casa di produzione del videoclip per rendere più realistico e coerente con il titolo dell’album il ‘personaggio’. Inoltre, la difesa sottolinea come le fotografie siano state scattate in occasione di autorizzazioni concesse dall’autorità giudiziaria, anche quando l’artista era ai domiciliari.

Infine, la difesa di Baby Gang ricorda come l’artista sia ormai un celebre artista musicale all’apice del proprio successo, con cinque album pubblicati e accordi contrattuali con le più importanti case discografiche nazionali. Un elemento, questo, che potrebbe essere preso in considerazione dal Tribunale del Riesame nella valutazione del ricorso presentato dall’artista.

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