Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2023 by Redazione
Augusto Barbera: un riformista doc alla guida della Corte Costituzionale
Augusto Barbera, il nuovo presidente della Corte Costituzionale, è un politico di sinistra con un forte e ben definito profilo riformista. Eletto alla Camera dei deputati per cinque legislature, ha ricoperto anche il ruolo di ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo di Carlo Azeglio Ciampi. È stato uno dei promotori dei referendum elettorali del 1991, 1993 e 1999, che miravano a trasformare il sistema elettorale proporzionale in un sistema maggioritario. Barbera è un convinto sostenitore del maggioritarismo e delle riforme costituzionali, come dimostra il suo saggio del 1990 intitolato “Un’alternativa neoparlamentare al presidenzialismo”. Non è un difensore accanito della Costituzione così com’è, ma crede nella necessità di modernizzare il sistema, anche influenzando la forma di governo.
Il legame tra Barbera, Napolitano e il socialismo europeo
In un articolo pubblicato su Il Mulino, Barbera ricorda un episodio curioso avvenuto durante la guerra fredda. Nel 1988, mentre si trovava a Bonn in visita segreta al gruppo socialdemocratico del Bundestag, ricevette la notizia dell’assassinio di Roberto Ruffili da parte delle brigate del “Partito comunista combattente”. L’obiettivo di Barbera e dei miglioristi come Giorgio Napolitano era quello di stabilire contatti tra il gruppo del Pci e quello della Spd in vista di una possibile adesione dei comunisti italiani all’Internazionale socialista. Questo sogno di governabilità e alternanza tra conservatori e progressisti è durato quarant’anni, ma non è ancora stato completamente realizzato.
La sfida del clima bipartisan e la visione di Barbera
Augusto Barbera arriva alla guida della Corte Costituzionale nel mezzo del dibattito sull’elezione diretta del premier voluta dal governo Meloni. Non è un difensore acritico della Costituzione, né considera il premierato come una degenerazione del potere. Tuttavia, è convinto che le riforme costituzionali debbano essere realizzate insieme, coinvolgendo sia la maggioranza che l’opposizione. La sua visione è quella di un clima bipartisan, in cui le riforme vengono realizzate attraverso il dialogo e la collaborazione. Forse, dopo le elezioni europee, Barbera potrà finalmente vedere coronato il suo “sogno” di istituzioni più efficienti e di un sistema politico in grado di garantire governabilità e alternanza.