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Bimbo di 9 anni rapito dal padre in Romania, la madre teme per la sua sicurezza e un possibile viaggio in Siria

Il drammatico appello di una madre italiana, Oana Iuliana Hancianu, sta scuotendo l’opinione pubblica. Attraverso l’agenzia Adnkronos, la donna ha lanciato un grido d’aiuto per il suo bambino di 9 anni, Arnaud, che è stato portato via dall’ex compagno, Moez Adin Youssef. La situazione si è aggravata dopo che il padre ha ignorato un’ordinanza del tribunale romeno che imponeva il rimpatrio del minore in Italia.

La drammatica situazione di Oana

Oana, 37 anni e originaria di Bucarest, si trova ora a San Donato Milanese, dove vive. La sua vita è stata stravolta dalla scomparsa del figlio, avvenuta dopo che il padre, di origine siriana e naturalizzato italiano, ha deciso di sottrarlo illegalmente. “Arnaud, sto lottando con tutte le mie forze per portarti a casa. Resta dove sei, non scappare”, ha esclamato la madre, esprimendo il suo profondo dolore e la sua determinazione a riunirsi con il piccolo.

La situazione si è complicata ulteriormente quando Oana ha presentato denuncia per sottrazione di minore presso la Procura di Milano, temendo che il padre potesse portare il bambino in Siria, paese d’origine della sua famiglia. Dopo aver emesso un ‘codice giallo’ per la ricerca di persone scomparse, le autorità italiane hanno avviato un’operazione internazionale per rintracciare Arnaud.

Questa vicenda non è un episodio isolato, ma il culmine di anni di conflitti tra Oana e Moez, caratterizzati da episodi di violenza e minacce. Adin Youssef è attualmente sotto indagine per maltrattamenti e lesioni personali, con un processo in corso che potrebbe portarlo a una condanna. Oana ha vissuto momenti di terrore, tra cui aggressioni fisiche e minacce di morte, prima di decidere di allontanarsi definitivamente dal padre di suo figlio.

Il ritorno in Romania e le conseguenze legali

La situazione è precipitata il 15 settembre, quando Arnaud è stato portato via illegalmente dal padre mentre si trovava dai nonni paterni in Italia. Da quel momento, la madre non ha più avuto notizie del bambino. L’ultima volta che è stato avvistato, il piccolo si trovava in un hotel a Bucarest. Oana ha quindi avviato procedure internazionali per il recupero del figlio, chiedendo l’intervento dell’Autorità Centrale Italiana in base alla Convenzione dell’Aja del 1980.

Un tribunale di Bucarest ha stabilito che il trattenimento di Arnaud in Romania fosse illecito, ordinando il suo rimpatrio immediato. Tuttavia, il padre non ha collaborato, e il 4 febbraio, quando gli agenti di polizia hanno tentato di eseguire l’ordine, sono stati accolti con un nulla di fatto. Oana, disperata, ha continuato a cercare il suo bambino, ma senza successo.

La madre ha espresso la sua frustrazione per il mancato intervento delle autorità rumene, sottolineando che la loro inazione potrebbe compromettere il rispetto della Convenzione dell’Aja sui minori sottratti. La situazione legale è complessa e le autorità italiane stanno lavorando per garantire la sicurezza e il benessere di Arnaud.

Timori di espatrio e azioni legali

Oana ha espresso preoccupazioni concrete riguardo alla possibilità che il padre possa trasferire il bambino in Siria. I legali che seguono il caso hanno confermato che ci sono fondati timori che Adin Youssef possa aver ottenuto documenti falsi per il minore. “E’ stato illecitamente sottratto e trattenuto in violazione della Convenzione dell’Aja, con grave danno psicologico ed emotivo”, ha dichiarato Oana nella sua denuncia.

Per prevenire un possibile esodo illecito, i legali hanno richiesto l’attivazione di segnalazioni internazionali e un mandato d’arresto europeo nei confronti del padre. La Procura di Milano è attivamente coinvolta nelle indagini per sottrazione di minore, cercando di garantire che Arnaud possa tornare in Italia.

In questo contesto, l’avvocato Alexandro Maria Tirelli ha lanciato un appello all’Ambasciatore rumeno affinché le autorità di Bucarest agiscano per rintracciare il bambino e rispettare gli accordi internazionali. La situazione di Oana è un chiaro esempio delle difficoltà legali e umane che molte famiglie affrontano in casi di sottrazione internazionale di minori.

Francesca Monti

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