Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2024 by Luisa Pizzardi
L’estate 2023 sta presentando fenomeni meteorologici estremi in diverse regioni, contribuendo a un aumento preoccupante delle infezioni respiratorie. Questo contesto non riguarda soltanto l’Italia, ma anche il Regno Unito, dove l’aumento dei casi di COVID-19 ha agganciato l’attenzione di esperti e media. Diverse aree geografiche si trovano a fronteggiare ondate di caldo e, allo stesso tempo, varianti virali sempre più aggressive. È proprio questa intersezione di fattori che solleva interrogativi sulla responsabilità dell’aria condizionata rispetto alla diffusione di virus.
L’andamento delle infezioni in Italia e Regno Unito
Un’estate incerta, tra caldo estremo e malattie
L’estate italiana del 2023 si è caratterizzata per forti contrasti climatici, con il Centro-Sud alle prese con temperature record, mentre al Nord si sono registrati maltempi e temperature anomale. In questo scenario, si segnala un incremento delle infezioni respiratorie, in particolare quelle da Sars-CoV-2. Secondo recenti statistiche, la frequenza dei test COVID-19 positivi nel Regno Unito è aumentata dal 4% di marzo al 14% a giugno, raggiungendo il 17% a metà luglio. Questi dati suggeriscono una recrudescenza della pandemia che merita attenzione.
Le cause del fenomeno
Allen Haddrell, ricercatore presso la School of Chemistry dell’Università di Bristol, ha fornito un’analisi dettagliata delle ragioni all’origine di questo incremento. A suo avviso, diversi fattori concorrono all’aumento di infezioni, inclusi i viaggi, i grandi eventi senza misure di protezione e le nuove varianti virali. Tuttavia, l’aria condizionata emerge come un fattore controverso, responsabile di potenziali contagi in ambienti di lavoro.
L’aria condizionata e il suo ruolo nelle infezioni respiratorie
I rischi associati all’uso degli impianti
L’uso dell’aria condizionata è aumentato drasticamente, in particolare negli uffici. Haddrell osserva che i condizionatori tendono a “sigillare” gli ambienti, facilitando la circolazione dell’aria interna e, di conseguenza, potrebbero favorire la trasmissione di virus. Il virologo Fabrizio Pregliasco concorda con questa valutazione, ricordando come, durante la fase più acuta della pandemia, l’aria condizionata fosse spesso vista come un potenziale veicolo di contagio.
La gestione consapevole degli impianti
Pregliasco evidenzia che il rischio di infezione legato all’aria condizionata è elevato soprattutto quando gli impianti non sono mantenuti in modo adeguato. “Il problema si concentra sugli impianti industriali mal regolati,” afferma il virologo. In tali circostanze, è fondamentale garantire un buon ricambio d’aria all’interno degli ambienti chiusi. Anche nelle case, la ventilazione adeguata e l’apertura delle finestre si rivelano essenziali per ridurre l’accumulo di droplets, le goccioline infette comuni nel contagio da COVID-19.
Strategie di prevenzione per contenere le infezioni
Manutenzione e climatizzazione responsabile
La manutenzione accurata degli impianti di condizionamento è un elemento cruciale per minimizzare i rischi. Pregliasco sottolinea quanto sia importante assicurare un adeguato ricambio dell’aria per prevenire il proliferare dei virus. Negli ambienti domestici, ciò può essere ottenuto mediante una costante ventilazione e l’arieggiamento degli spazi.
Adattamento alle variazioni di temperatura
In aggiunta alla gestione degli impianti, è reperita la necessità di un uso consapevole e responsabile dei condizionatori. Gli sbalzi termici estremi possono avere effetti negativi sul sistema immunitario, compromettere l’omeostasi del corpo e rendere l’individuo più vulnerabile alle infezioni. Una climatizzazione prudente, che faciliti un graduale adattamento termico, può aiutare a ridurre il pericolo di ammalarsi.
Questi aspetti rivelano un quadro complesso e multifattoriale che richiede un’attenzione costante sia da parte degli esperti che della popolazione, soprattutto in momenti di picco epidemiologico e variazioni climatiche significative.