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Briganti: la serie tv Netflix che rivela la storia vera dietro il brigantaggio meridionale postunitario

Un crime western che racconta la storia del brigantaggio meridionale al momento dell’unificazione dell’Italia: è *Briganti, la serie tv Netflix che sta riscuotendo un grande successo tra gli abbonati di tutto il mondo. La serie, prodotta da Fabula Pictures di Nicola e Marco De Angelis, scritta dai GRAMS e diretta da Antonio Le Fosse, Steve Saint Leger e Nicola Sorcinelli, è stata girata in Puglia tra le location salentine di Lecce, Melpignano e Nardò e quelle baresi di Altamura. Ma cosa c’è dietro la trama avvincente di Briganti? protagonisti sono realmente esistiti o si tratta di un lavoro di fiction? In questo articolo, scopriremo la storia vera dietro la serie tv Netflix e i personaggi che hanno ispirato i protagonisti.*

Il fenomeno del brigantaggio postunitario

Il brigantaggio meridionale postunitario è stato un fenomeno complesso e controverso, che ha visto la ribellione di contadini, criminali e disertori contro il governo sabaudo e l’oppressione del Nord. La serie tv Netflix, *Briganti, rielabora in senso spettacolare e contemporaneo questo fenomeno, mescolando la realtà alla finzione. Tra i personaggi realmente esistiti che hanno ispirato la serie, c’è Filomena De Marco, interpretata da Michela De Rossi, una donna che sceglie di fuggire dalla sua vita privilegiata ma insoddisfacente di moglie obbediente per intraprendere un’avventurosa caccia al tesoro.*

briganti protagonisti della serie tv Netflix

protagonisti di *Briganti sono personaggi realmente esistiti, che hanno fatto la storia del brigantaggio meridionale postunitario. Tra questi, c’è Pietro Monaco, interpretato da Orlando Cinque, un brigante calabrese che si unì alla banda di Palma dopo aver affiancato i Mille di Garibaldi. Monaco fu ucciso nel 1863 da tre dei suoi gregari più fidati: De Marco, Marrazzo e Celestino.*

Un altro personaggio realmente esistito è Giuseppe Schiavone, meglio noto come *Sparviero, interpretato da Marlon Joubert. Sparviero fu un brigante foggiano che rifiutò la leva obbligatoria per unirsi alla banda di Carmine Crocco di Rionero in Vulture. La loro zona d’azione era la zona della Capitanata, dove Sparviero e i suoi uomini erano protagonisti di furti, scorribande, imboscate, sequestri, rapine e omicidi degli esponenti filopiemontesi. Ucciso nel 1863 nel bosco di Leonessa vicino Melfi, Schiavone si muoveva spesso con la brigantessa Filomena Pennacchio di San Sossio Baronia: è alla sua figura che si ispira quella di Filomena De Marco nella serie.*

Le donne del brigantaggio

Briganti non racconta solo la storia dei briganti, ma anche quella delle donne che hanno partecipato attivamente al fenomeno del brigantaggio postunitario. Tra queste, c’è Filomena Pennacchio, interpretata da Ivana Lotito, una delle donne più celebri che aderirono al brigantaggio. Priva di scrupoli, ammirata per il suo fascino e rispettata per la sua freddezza, Pennacchio fu protagonista di numerose efferatezze prima della morte di Schiavone. Distrutta per la perdita del marito, si arrese alla giustizia e collaborò con le autorità, contribuendo all’arresto di Agostino Sacchitiello e la sua banda, delle brigantesse amiche Giuseppina Vitale e Maria Giovanna Tito. Condannata a 20 anni di lavori forzati, morì nel 1915 conquistandosi la benedizione papale di Benedetto .

Maria Oliverio, detta *Ciccilla, era invece sposata con Pietro Monaco e faceva parte della sua banda. All’indomani della proclamazione del Regno di Vittorio Emanuele , Oliverio venne arrestata senza alcun motivo assieme alla sorella Teresa e reclusa a Celico: era la strategia del maggiore Pietro Fumel per ricattare il marito. Uscita di prigione, Ciccilla uccise la sorella per calunnia e si unì alla banda di Monaco: arrestata nel 1864, venne processata a Catanzaro e condannata a morte, ma il re le concesse la grazia commutando la pena in ergastolo.*

Infine, c’è Michelina Di Cesare, interpretata da Matilda Lutz, originaria di Caspoli, in provincia di Caserta. Figlia di due braccianti, divenne brigantessa grazie all’incontro con l’ex soldato borbonico e disertore Francesco Guerra. due entrarono a far parte della banda di Rafaniello e Guerra ne divenne il capo alla sua morte. Diventata un elemento di spicco del gruppo criminale, Di Cesare era attiva in operazioni di guerriglia. Fu nelle attività di contrasto al brigantaggio messe in piedi dal generale Emilio Pallavicini di Priola che Michelina perse la vita nel 1868: il suo cadavere venne spogliato ed esposto nella piazza centrale di Mignano a monito della popolazione locale.

In conclusione, Briganti è una serie tv Netflix che, attraverso una trama avvincente e dei personaggi ben caratterizzati, racconta la storia vera del brigantaggio meridionale postunitario. Un fenomeno complesso e controverso, che ha visto la ribellione di contadini, criminali e disertori contro il governo sabaudo e l’oppressione del Nord. Tra i personaggi realmente esistiti che hanno ispirato la serie, ci sono Filomena De Marco, Pietro Monaco, Giuseppe Schiavone, Filomena Pennacchio, Maria Oliverio e Michelina Di Cesare, che hanno fatto la storia del brigantaggio meridionale postunitario.

Giordana Bellante

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