Ultimo aggiornamento il 3 Gennaio 2024 by Redazione
Gianluigi Buffon: la vita dopo il calcio giocato
Gianluigi Buffon, ex portiere di Parma, Juventus e Nazionale, ha condiviso alcuni aspetti della sua vita dopo il ritiro dal calcio giocato in un’intervista al Corriere della Sera. Durante l’intervista, Buffon ha parlato dell’importanza dello sport per socializzare e imparare a competere. Ha anche condiviso il suo ruolo attuale come capo delegazione dell’Italia e ha parlato dei suoi interessi e progetti futuri.
L’importanza dello sport per socializzare
Buffon ha sottolineato l’importanza dello sport come strumento per socializzare fin dalla sua infanzia: “Il pallone è lo strumento migliore per socializzare. Sono cresciuto a Marina di Carrara e quando avevo 6 anni ci siamo trasferiti in una zona dove c’erano una decina di ragazzi con cui spesso ci ritrovavamo in strada e giocavamo a biglie o a calcio. Con i platani a fare da porte. Giocavamo e ci prendevamo in giro a seconda dei risultati delle squadre del cuore, c’erano interisti, milanisti, juventini…”.
La passione per il calcio fin da giovane
Buffon ha condiviso la sua prima esperienza su un campo da calcio vero: “Avevo 6 anni, giocavo in una società di Spezia, il Canaletto, perché mio padre allenava la prima squadra. Giocai lì per 2-3 anni, da centrocampista o libero. L’emozione di quando mi diedero il sacco con la tuta fu incredibile. Passavo giornate intere a sfogliare gli album delle figurine, studiavo la storia dei giocatori, delle squadre… l’idea di avere anche io una divisa e un borsone, di far parte di un gruppo, mi emozionava: ero orgoglioso come se la maglia che indossavo fosse stata quella del Real Madrid”.
La vita dopo il calcio giocato
Buffon ha parlato del suo rapporto con suo padre e dei suoi tre figli, che seguono le sue orme nello sport. Ha anche condiviso i suoi progetti futuri: “Ho fatto il corso da direttore sportivo. A gennaio inizio un corso intensivo alla Bocconi in business administration e, finalmente, mi butto in una full immersion di inglese per poter dimenticare il livello scolastico che mi ha sempre tenuto in piedi ma con disagio…”.
Il ruolo di capo delegazione della Nazionale italiana
Buffon ha parlato del suo ruolo attuale come capo delegazione dell’Italia, un ruolo che era stato ricoperto in passato da Gianluca Vialli durante l’ultimo Europeo. Ha sottolineato l’importanza di non cercare di imitare Vialli, ma di fare il suo lavoro con i suoi pregi e difetti: “Sarei un folle a pensare di poter trasmettere qualcosa come è riuscito a Gianluca. Cerco almeno di non farlo rimpiangere troppo, senza però scimmiottarlo. Faccio Gigi Buffon con i miei pregi e difetti, le mie profondità e superficialità”.
La questione delle scommesse nel calcio
Buffon ha affrontato il tema delle scommesse nel calcio, sottolineando la necessità di fare distinzioni: “Credo sia sbagliato criminalizzare e non fare dei distinguo. Scommettere di per sé non è reato, gli stadi stessi e le trasmissioni sportive sono pieni di pubblicità di App di questo genere e lo Stato incentiva il gioco. Se invece un calciatore scommette sul calcio va incontro a punizioni che giustamente devono essere inflitte; ma se scommette sulla pallavolo, sul basket, sulle corse dei cani…non sta commettendo alcun reato”.
Il futuro con Ilaria D’Amico
Buffon ha anche parlato del suo futuro con la sua compagna, Ilaria D’Amico, e delle loro nozze: “Sono 10 anni che stiamo insieme, siamo molto sereni e felici. Questa è la cosa più importante. Volevamo sposarci nel giugno 2024, ma per via dell’Europeo o slitta o anticipiamo, non abbiamo ancora deciso”.
Gianluigi Buffon ha dimostrato di avere una vita piena di interessi e progetti dopo il ritiro dal calcio giocato. Continua a seguire le sue passioni e a fare la differenza nel mondo dello sport.