Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Il dibattito sulla vaccinazione contro la poliomielite
Il senatore della Lega, Claudio Borghi, ha riaperto il dibattito sulla vaccinazione contro la poliomielite con un post su X, criticando l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per gli sprechi e i rischi associati alla vaccinazione. In risposta, il virologo Roberto Burioni ha cercato di fare chiarezza sulla questione attraverso diversi post sul suo profilo X.
Burioni ha spiegato che esistono due tipi di vaccini contro la poliomielite: uno a virus vivo attenuato e uno a virus inattivato. Il primo è efficace e protegge dall’infezione, ma può causare la poliomielite in un caso su 750.000. Tuttavia, grazie a questo vaccino, in Italia i casi di polio sono stati azzerati, passando da 5.000 all’anno a zero. Negli anni ’90, il virus polio era scomparso in Europa, ma i pochi casi di polio registrati erano causati dagli effetti collaterali del vaccino. Pertanto, si è passati a un altro vaccino, meno efficace ma praticamente privo di effetti collaterali.
In Italia, secondo Burioni, è possibile utilizzare il vaccino a virus inattivato perché il rischio di contrarre la polio è molto basso e il sistema sanitario è ben organizzato. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, dove il rischio di contrarre la malattia è alto, non è possibile utilizzare il vaccino più sicuro. In quel contesto, è necessario utilizzare il vaccino a virus vivo attenuato, che ha anche diversi vantaggi, come la protezione attraverso la competizione con il virus “vero”. Burioni sottolinea che l’obiettivo finale è l’eradicazione del virus polio, come è stato fatto con il vaiolo, per poter smettere di vaccinare.
Tuttavia, Burioni mette in guardia sul rischio di una diminuzione della copertura vaccinale contro la polio in Italia a causa dei movimenti no-vax. Se la copertura diminuisse, potrebbe esserci una ripresa della circolazione del virus e la necessità di tornare al vecchio vaccino, più efficace ma meno sicuro. Questo scenario dimostra l’importanza di una conoscenza approfondita per interpretare correttamente i numeri e evitare la diffusione di informazioni false e pericolose. Infatti, se la polio tornasse in Italia, ne verrebbero danneggiati non solo i no-vax, ma l’intera popolazione.
In conclusione, il dibattito sulla vaccinazione contro la poliomielite riguarda la scelta tra un vaccino efficace ma con effetti collaterali rari e un vaccino meno efficace ma praticamente privo di effetti collaterali. La decisione di utilizzare uno o l’altro vaccino dipende dal contesto e dal rischio di contrarre la malattia. È importante mantenere una copertura vaccinale adeguata per evitare la ripresa della circolazione del virus e garantire la protezione di tutti.