Parte oggi a Roma e nelle principali città italiane una campagna di affissioni promossa da Pro Vita&Famiglia onlus. Il messaggio principale della campagna è “9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano. E tu?” e viene accompagnato dall’immagine di un embrione. L’obiettivo di questa iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulla questione della tutela della vita nascente, basandosi sui risultati di una ricerca scientifica.
Secondo Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita&Famiglia onlus, la scienza è chiara riguardo al momento in cui inizia la vita umana. Egli fa riferimento a uno studio intitolato “The Scientific Consensus on When a Human’s Life Begins”, pubblicato su “Issues in Law & Medicine” nel 2021. Questa ricerca ha coinvolto oltre 5.500 specialisti nel campo della biologia, e ha rivelato che il 96% di loro riconosce l’umanità del concepito e che la vita inizia nel momento della fecondazione.
Coghe sottolinea che “la scienza, dunque, dice in modo incontrovertibile che il nascituro è uno di noi”. Egli ritiene che la politica italiana debba prendere spunto da questi risultati scientifici e adeguare la legge per riconoscere la capacità giuridica e l’umanità del concepito.
Pro Vita&Famiglia onlus chiede al Parlamento di approvare disegni di legge che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile per riconoscere la capacità giuridica del concepito. Tra questi disegni di legge, Coghe menziona quelli dei senatori Menia (FdI) e Gasparri (FI) già presentati al Senato. Inoltre, fa riferimento al ddl Romeo (Lega), che menziona la soggettività del concepito nell’ambito di un piano di aiuti familiari.
La campagna di affissioni di Pro Vita&Famiglia onlus rappresenta un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulla questione della tutela della vita nascente. Basandosi sui risultati di una ricerca scientifica, l’organizzazione vuole evidenziare che la maggioranza dei biologi riconosce l’umanità del concepito e che la vita inizia nel momento della fecondazione. Pro Vita&Famiglia onlus chiede al Parlamento di adottare misure legislative che riconoscano la capacità giuridica del concepito, come proposto dai disegni di legge presentati da alcuni senatori.
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