Cancro al seno con mutazione geni Brca: dibattito sul trattamento in Veneto - avvisatore.it
La Regione Veneto ha organizzato un incontro a Palazzo Ferro-Fini a Venezia per sensibilizzare e promuovere la medicina di precisione e i test diagnostici per le persone con mutazione dei geni Brca 1 e 2. L’obiettivo del tavolo di lavoro con istituzioni, oncologi e associazioni pazienti è quello di far emergere le eccellenze e i nodi ancora da risolvere in Veneto in tema di prevenzione e presa in carico delle persone affette da tumore alla mammella con mutazione dei geni Brca 1 e 2. All’incontro hanno partecipato il consigliere Lucas Pavanetto, i senatori Ylenia Zambito e Ignazio Zullo e la deputata Marina Marchetto Aliprandi.
La diagnosi precoce è fondamentale per combattere il tumore alla mammella. È importante fare comunicazione per far partecipare le persone agli screening organizzati e potenziare i servizi. Secondo Lucas Pavanetto, membro della V Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto, la Regione sta lavorando costantemente per potenziare i servizi di screening mammografico e sensibilizzare le persone sull’importanza della diagnosi precoce.
Durante la conferenza è stato sottolineato l’importanza di garantire un accesso equo ai test genetici per individuare le mutazioni genetiche dei pazienti. Tuttavia, il numero di test effettuati è aumentato notevolmente negli ultimi anni, rendendo più difficile per i laboratori eseguire tutti i test necessari. È necessario un investimento economico importante per ampliare le risorse umane nei laboratori e garantire un’adeguata implementazione dei test genetici. Inoltre, è importante intercettare i casi nascosti di mutazione Brca 1 e 2, anche attraverso una maggiore attenzione ai pazienti affetti da neoplasie come il tumore al pancreas o alla prostata.
Secondo Pierfranco Conte, direttore scientifico S. Camillo Hospital – Irccs, Senior professor in Oncologia Università di Padova, i soggetti con queste patologie possono essere “casi indice” per individuare le famiglie a rischio e sottoporle a programmi personalizzati di screening. La Regione Veneto garantisce già ai familiari con mutazione Brca, ma senza neoplasia, dei percorsi di follow-up adeguati. Tuttavia, è necessario estendere questo modello anche alle altre regioni del territorio nazionale.
Il Veneto è una delle 12 regioni italiane che ha riconosciuto l’esenzione D99 per l’accesso ai servizi di screening e monitoraggio per le persone con mutazione Brca. Questa esenzione permette un risparmio annuo di circa 600-800 euro di ticket per esami diagnostici. Tuttavia, secondo Loredana Pau, vicepresidente Europa Donna Italia, è necessario migliorare il coinvolgimento delle associazioni nel processo decisionale che riguarda la sanità e le politiche oncologiche.
La Regione Veneto ha adottato un provvedimento che prevede l’istituzione dell’assemblea permanente delle organizzazioni dei cittadini e dei pazienti e la cabina di regia della Sanità partecipata. Questo modello di sanità partecipata prevede la condivisione della programmazione con le associazioni dei pazienti e dei familiari. Secondo Daniela Terribile, presidente di Susan Komen Italia, il ruolo delle associazioni è fondamentale per supportare le pazienti e le donne che scoprono di essere portatrici della mutazione Brca. Inoltre, è necessario disporre di centri qualificati per la gestione di soggetti ad alto rischio di tumori eredo-familiari.
Le associazioni dei pazienti hanno anche richiesto un miglioramento della presa in carico delle pazienti con mutazione Brca e l’accesso ai percorsi di sorveglianza e prevenzione per i familiari sani, ma a rischio. Secondo Elisa Ragazzi, referente regionale aBRCAcadabra, l’impegno delle associazioni è fondamentale per intercettare eventuali mutazioni prima dell’insorgenza di una patologia tumorale.
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