Ultimo aggiornamento il 5 Settembre 2024 by Redazione
Il 5 settembre scorso, l’assemblea capitolina si è trasformata in un palcoscenico di tensione e conflitto, innescato dalla richiesta del presidente del VI Municipio, Nicola Franco, di richiamare l’attenzione sulla cronica mancanza di personale nella sua area di competenza. La serrata opposizione da parte della presidente del Consiglio, Svetlana Celli, ha scatenato una reazione a catena che ha portato a una situazione di grande tumulto, evidenziando ulteriormente le problematiche che affliggono le periferie romane.
La richiesta di intervento di Nicola Franco
Il contesto della protesta
Nel corso della mattinata, insieme alla sua giunta e agli assessori, Nicola Franco si è presentato in Campidoglio deciso a portare all’attenzione dei consiglieri la gravissima situazione di carenza di personale nel suo municipio. Franco ha inteso fare uso del suo diritto di parlare ma, nonostante i suoi sforzi, la presidente Celli ha prontamente bocciato la sua richiesta, sostenendo che fosse contraria ai regolamenti dell’aula. Questa decisione ha immediatamente acceso i animi all’interno della sala.
Cresce la tensione in aula
A questo punto, la situazione ha preso una piega inarrestabile. Gli esponenti del VI Municipio, supportati dal consigliere capitolino Maurizio Politi, hanno insistito per un ascolto di Franco. La continua negazione ha portato alla frustrazione, culminando in un vero e proprio caos. Il consigliere municipale Emanuele Licopodio, visibilmente infervorato, ha superato la barriera di sicurezza nel tentativo di farsi ascoltare.
A quel punto, il clima di protesta ha raggiunto il culmine, tanto che i vigili urbani sono stati costretti a intervenire per allontanare Licopodio e gli altri membri della delegazione dalla sala, un gesto di disperazione che ha messo in evidenza la tensione palpabile tra le istituzioni e i rappresentanti delle periferie.
Le conseguenze della ribellione
Reazioni della delegazione del VI Municipio
Licopodio, una volta allontanato, ha utilizzato i social per sfogare la propria frustrazione, attaccando l’amministrazione capitolina per quello che ha descritto come un palese disinteresse verso le esigenze dei cittadini del VI Municipio. Ha scritto: “Siamo andati in Campidoglio per far valere i diritti del nostro territorio, ma ci hanno cacciato! Ecco chi sono i veri nemici della periferia.” Le sue parole hanno immediatamente trovato eco tra cittadini e membri della giunta, amplificando il dissenso verso le istituzioni.
Le reazioni politiche
Il Partito Democratico si è espresso in modo forte contro quanto accaduto, definendo le azioni della delegazione del VI Municipio come “inaccettabili.” Gli esponenti del partito hanno usato frasi forti, paragonando gli atteggiamenti dei delegati a quelli dello “squadrismo fascista” e mostrando la loro solidarietà alla presidente Celli, sminuendo l’assalto verbale subito in aula. Questa posizione ha generato un acceso dibattito sul rispetto delle istituzioni e sulla modalità di protesta da parte di gruppi dislocati nei quartieri periferici.
Un altro punto di vista: Fabrizio Santori
Di fronte a un’escalation di insoddisfazione, il consigliere della Lega, Fabrizio Santori, ha preso una chiara posizione a favore della delegazione. Santori ha denunciato la situazione “insostenibile” della carenza di personale nel Municipio VI, evidenziando che nonostante gli impegni presi in un consiglio municipale straordinario tenutosi a giugno, non si siano visti progressi concreti per risolvere la problematica. Le sue parole hanno sottolineato la necessità di un’azione immediata e coordinata da parte dell’amministrazione comunale per sostenere chi lavora nelle aree più vulnerabili della città.
La drammaticità della situazione al VI Municipio ha dunque lanciato un allarme, non solo per la realtà locale, ma per l’intera capitale, richiamando alla necessità di interventi risolutivi e a un dialogo costruttivo tra amministrazione e territori. I cittadini attendono risposte concrete per fronteggiare le sfide quotidiane legate alla mancanza di servizi e personale.
Questi eventi indicano quanto sia cruciale e urgente un confronto aperto e sincero fra le istituzioni e i rappresentanti delle periferie, nella speranza di un futuro migliore per tutti i quartieri romani.