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Carcere di Tolmezzo: situazione critica tra sovraffollamento e problemi strutturali

L’analisi della situazione attuale nel carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, mette in luce aspetti critici riguardanti la gestione della detenzione e le condizioni di vita dei detenuti. Con 147 reclusi, tra cui 17 sotto il regime di 41 bis, la struttura, progettata per accogliere 149 persone, presenta problematiche di sovraffollamento relativo e gravi insufficienze nei servizi.

La situazione generale del carcere

Numero dei detenuti e sovraffollamento

Attualmente, il carcere di Tolmezzo ospita 147 detenuti, con una capienza massima di 149. Nella categoria di alta sicurezza, tuttavia, il numero di detenuti raggiunge quota 123 su un totale di 100 posti disponibili. Questo porta a un sovraffollamento relativo, un fattore di stress che influisce non solo sulla qualità della vita dei detenuti, ma anche sulle operazioni quotidiane del personale penitenziario. La considerazione espressa dall’associazione Nessuno Tocchi Caino, al termine di una visita presso la struttura, rivela la complessità della situazione. Il sodalizio ha partecipato all’ispezione attraverso il segretario Sergio D’Elia e la tesoriera Elisabetta Zamparutti, accompagnati da figure di rilievo, come il presidente della Camera penale di Udine, Raffaele Conte.

Personale della polizia penitenziaria

Un altro tema rilevante è rappresentato dal personale della polizia penitenziaria. Secondo le informazioni riportate, la forza operativa generale corrisponde a quella prevista dalla pianta organica, tuttavia, si registra una carenza significativa in figure chiave, come ispettori, sovrintendenti e commissari, con percentuali di sotto organico che variano dal 14% fino al quasi 80%. Questo squilibrio nel personale può compromettere ulteriormente le già delicate condizioni di gestione del carcere, influenzando il lavoro quotidiano e l’efficacia delle misure di sicurezza.

Criticità materiali e condizioni di vita

Mancanza di servizi essenziali

Le problematiche materiali che interferiscono con la vita detentiva sono molteplici e di grave entità. Tra queste, si segnala la mancanza di acqua calda nelle celle. Molti detenuti si trovano costretti a vivere in condizioni di igiene precarie, con bagni angusti e senza docce interne, una situazione che non rispetta gli standard minimi di dignità e salute. Solo una sala barbiere all’interno della struttura è dotata di acqua calda, evidenziando un divario significativo tra le necessità dei detenuti e i servizi disponibili.

I detenuti al 41 bis

Particolare attenzione è rivolta ai detenuti in regime di 41 bis, i quali, nonostante abbiano espiato la pena, rimangono sottoposti a misure di sicurezza restrittive. La situazione è aggravata dalle avversità meteorologiche che rendono difficile il mantenimento della serra all’interno del carcere. Questo impedisce di garantire loro un’attività lavorativa costante, che è fondamentale per giustificare la misura di sicurezza della casa lavoro. La direttrice Irene Iannucci continua a ricercare opportunità lavorative per i reclusi, ma ha difficoltà a trovare collocamenti per due internati giudicati inabili al lavoro, creando una situazione paradossale in cui si applicano misure di sicurezza a chi non è in grado di lavorare.

Prospettive di miglioramento e raccomandazioni

Necessità di un’area contabile e un garante cittadino

Infine, l’associazione Nessuno Tocchi Caino ha evidenziato l’assenza di un’area contabile e di un garante cittadino, fattori che potrebbero contribuire a una gestione più efficace e a una maggiore attenzione ai diritti dei detenuti. Nonostante queste criticità, l’associazione ha espresso un giudizio positivo sull’operato della dirigente e del comandante della struttura, sottolineando la loro disponibilità al dialogo e alla ricerca di soluzioni.

La situazione del carcere di Tolmezzo richiede quindi un’attenzione urgente da parte delle autorità competenti. Soluzioni efficaci ai problemi di sovraffollamento, alle carenze di personale e ai servizi essenziali potrebbero migliorare significativamente le condizioni di vita all’interno della struttura penitenziaria, garantendo un trattamento più umano e rispettoso dei diritti dei detenuti.

Luisa Pizzardi

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