Carcere minorile Beccaria, agenti si sentono abbandonati: violenze su detenuti come reazione a mancanza di supporto

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Carcere minorile Beccaria, agenti si sentono abbandonati: violenze su detenuti come reazione a mancanza di supporto - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Aprile 2024 by Giordana Bellante

La sensazione di abbandono e la mancanza di controlli gerarchici e di supporto da parte della struttura avrebbero spinto alcuni agenti della Polizia penitenziaria ad agire con violenza nei confronti dei detenuti minorenni del carcere Beccaria di Milano. Questo è quanto emerso dagli interrogatori di oggi davanti al gip, in cui cinque dei sei agenti arrestati ieri nell’ambito dell’inchiesta milanese su maltrattamenti e torture nel carcere minorile hanno sostenuto di aver reagito in questo modo a causa delle difficoltà nella gestione delle situazioni.

Agenti giovani e inesperti si sentono abbandonati a loro stessi

Gli agenti coinvolti nell’inchiesta sono tutti giovani tra i 25 e i 35 anni e in gran parte di prima nomina. Durante gli interrogatori, hanno sostenuto di aver agito con violenza a causa della sensazione di essere stati abbandonati a loro stessi all’interno della struttura. In particolare, hanno denunciato la mancanza di controlli gerarchici e di supporto da parte della struttura, che li avrebbe resi incapaci di gestire le situazioni con i detenuti minorenni.

Violenze sui detenuti minorenni come reazione alla mancanza di supporto

Secondo quanto emerso dagli interrogatori, le violenze sui detenuti minorenni sarebbero state una reazione alla mancanza di supporto da parte della struttura. Gli agenti hanno sostenuto di aver agito in questo modo a causa della difficoltà nella gestione delle situazioni e di non aver ricevuto l’aiuto necessario per far fronte alle problematiche che si presentavano. La sensazione di essere abbandonati a loro stessi li avrebbe spinti a reagire con violenza nei confronti dei detenuti.

‘inchiesta milanese su maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria

‘inchiesta milanese su maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria ha portato all’arresto di 13 agenti della Polizia penitenziaria, di cui sette sono stati arrestati ieri. Le indagini, coordinate dalla Procura di Milano, hanno fatto luce su una serie di violenze e maltrattamenti subiti dai detenuti minorenni all’interno della struttura. Le accuse nei confronti degli agenti coinvolti vanno dai maltrattamenti alla tortura, fino all’abuso di autorità.

Le reazioni degli agenti agli interrogatori

Durante gli interrogatori di oggi, cinque dei sei agenti arrestati ieri hanno sostenuto di aver agito con violenza a causa della mancanza di supporto da parte della struttura. Uno di loro si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le loro dichiarazioni hanno messo in luce la difficoltà che gli agenti giovani e inesperti possono incontrare all’interno di una struttura carceraria, specialmente quando non ricevono il supporto necessario per gestire le situazioni.

‘importanza di fornire supporto e formazione agli agenti della Polizia penitenziaria

‘inchiesta milanese su maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria ha messo in luce l’importanza di fornire supporto e formazione agli agenti della Polizia penitenziaria, specialmente a quelli giovani e inesperti. La mancanza di controlli gerarchici e di supporto da parte della struttura può portare a situazioni di violenza e maltrattamenti nei confronti dei detenuti, come emerso dagli interrogatori degli agenti coinvolti nell’inchiesta. È quindi necessario garantire una formazione adeguata e un supporto costante agli agenti, per evitare che situazioni simili si verifichino in futuro.

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