Cent’anni di mare e treno: la storia triste della ferrovia Roma-Ostia tra disservizi e speranze

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Cent'anni di mare e treno: la storia triste della ferrovia Roma-Ostia tra disservizi e speranze - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 13 Agosto 2024 by Redazione

La ferrovia Roma-Ostia, un’infrastruttura che ha compiuto 100 anni, è simbolo di opportunità mal gestite, disservizi crescenti e un cambiamento della mobilità che ha favorito l’auto privata. Con un percorso di 28 km inaugurato nel 1924, questa linea di trasporto ha visto una notevole diminuzione del numero degli utenti nell’ultimo ventennio, dovuta a incidenti frequenti e infrastrutture sempre più deteriorate. L’articolo esplorerà la storia della ferrovia, il suo impatto sulla comunità e le prospettive future.

Le origini della ferrovia Roma-Ostia

Un’iniziativa pionieristica

La pianificazione della ferrovia Roma-Ostia iniziò nel dicembre 1918 con l’intento di collegare la capitale italiana al lido di Ostia, un’idea ben vista dal Touring Club Italiano dell’epoca. All’epoca, si riconosceva l’importanza di un tale collegamento per i romani, non solo per facilitare l’accesso al mare, ma anche per probabilmente influenzare la mobilità urbana. L’inaugurazione della linea nel 1924 rappresentava una conquista significativa in un’epoca in cui il trasporto pubblico era di cruciale importanza per la vita della città.

L’evoluzione nel corso degli anni

Negli anni successivi, la ferrovia Roma-Ostia ha vissuto varie fasi di sviluppo. Tuttavia, la crescita del traffico automobilistico, insieme a una cattiva gestione delle risorse, ha progressivamente ridotto l’uso della linea. Da strumento di mobilità pubblica, la ferrovia ha visto un declino crescente, avviando un processo di disaffezione da parte degli utenti.

Il declino: disservizi e incidenti

Un calo vertiginoso dei passeggeri

Negli ultimi vent’anni, la ferrovia ha perso il 50% dei suoi viaggiatori, a causa di disservizi, frequenti cancellazioni di corse e un incremento degli incidenti. Eventi tragici e altri incidenti minori hanno contribuito a creare un clima di insicurezza tra i viaggiatori. Questo abbandono ha portato a una classifica poco invidiabile nel Trofeo Caronte di Legambiente Lazio, dove la Roma-Ostia è stata spesso considerata una delle linee più problematiche.

Il deterioramento delle infrastrutture

Parallelamente alla diminuzione degli utenti è avvenuto un progressivo degrado delle stazioni lungo la linea. Le strutture, una volta considerate all’avanguardia, sono divenute simbolo di inefficienza, trascuratezza e malori frequenti per gli utenti. L’immagine della ferrovia è stata ulteriormente compromessa, rendendola un argomento di malcontento tra le associazioni che si battono per il diritto a una mobilità pubblica di qualità.

Prospettive future: speranze di rinnovamento

Iniziative in corso e progetti futuri

Amedeo Trolese, responsabile della Mobilità di Legambiente Lazio, ha espresso ottimismo riguardo ai cambiamenti in atto. Sono previsti nuovi sviluppi, tra cui due nuove stazioni – Giardino di Roma e Torrino Mezzocammino – e il rifacimento della linea aerea. Queste azioni sono segnali incoraggianti che potrebbero contribuire a risollevare la situazione della linea.

La necessità di investimenti pubblici

Ciò che emerge chiaramente, tuttavia, è la necessità di un investimento sostanziale nel trasporto pubblico per garantire a chi vive a Ostia e lungo la linea Roma-Ostia un servizio che possa essere paragonato a quello di una capitale europea. Trolese ha sottolineato l’importanza di trasformare la linea in una metropolitana, con frequenze adeguate e fermate strategicamente posizionate per venire incontro alle esigenze di mobilità sostenibile degli utenti.

Un futuro sostenibile per la mobilità romana

L’associazione Legambiente auspica che nei prossimi cento anni la ferrovia Roma-Ostia possa diventare un esempio di mobilità sostenibile. L’obiettivo è quello di ridurre l’uso dell’auto privata, il quale contribuisce all’inquinamento e al congestionamento di strade già molto trafficate, come via del Mare e Cristoforo Colombo. La speranza si fonda sulla volontà di vedere la linea come autonomo protagonista della mobilità a Roma.

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