Ultimo aggiornamento il 17 Gennaio 2024 by Redazione
La decisione della CGIL di Genova di non costituirsi parte civile nel processo Morandi-bis
La CGIL di Genova ha annunciato di non voler costituirsi parte civile nel processo Morandi-bis, che riguarda i presunti falsi report su ponti e gallerie genovesi. La decisione è stata presa per motivi sindacali e non rappresenta un’interferenza indebita nel processo giudiziario. La Confederazione ha chiarito che la sua scelta non è una valutazione sulle indagini condotte dalla Procura di Genova, ma si basa su considerazioni di merito sindacale.
La posizione della CGIL sulla manualistica operativa
La CGIL, insieme al sindacato degli edili Fillea CGIL, ha preso in considerazione le dichiarazioni dei lavoratori coinvolti nel processo. Questi sostengono di aver seguito scrupolosamente le linee guida operative stabilite da Aspi e Spea, senza mai ricevere contestazioni o richieste di modifiche da parte del Ministero dei Trasporti, che è responsabile della rete autostradale e supervisiona l’operato delle concessionarie. Secondo la CGIL, i lavoratori hanno svolto il loro lavoro professionalmente, rispettando le indicazioni ricevute.
La posizione della CGIL sul processo penale
La CGIL ha sottolineato il suo pieno rispetto per l’attività d’indagine svolta dalla Procura di Genova nel cercare di individuare le responsabilità legate alle vicende in questione. Tuttavia, la Confederazione ha deciso di attendere l’esito del processo penale prima di prendere eventuali iniziative. La CGIL si riserva il diritto di valutare le azioni da intraprendere in seguito al verdetto, considerando l’importanza sociale, lavorativa ed economica che questi fatti hanno per l’intera comunità. Al momento, la CGIL ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo, evitando di assumere una posizione definitiva in questa fase iniziale del procedimento.