Chico Forti, il 65enne trentino che ha recentemente ottenuto la libertà dopo una lunga detenzione in un carcere della Florida, è in viaggio verso l’Italia e si prevede che arrivi oggi. La notizia è stata diffusa da fonti informate.
Silenzio stampa da parte di familiari e amici di Chico Forti, ma speranze per una rapida conclusione
familiari e gli amici di Chico Forti hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni in merito al suo atteso ritorno in Italia. Tuttavia, esprimono la speranza che questa vicenda, che si trascina ormai da 25 anni, possa giungere rapidamente a una conclusione.
Vale la pena notare che, secondo quanto riferito, l’intervento del governo Meloni nelle scorse settimane avrebbe dato un’accelerata all’iter burocratico per il rientro di Chico Forti in Italia.
Chico Forti, un’odissea giudiziaria lunga un quarto di secolo
La storia di Chico Forti è una lunga e complicata odissea giudiziaria, che ha avuto inizio nel 1998. In quell’anno, Forti si trovava negli Stati Uniti, dove lavorava come istruttore di sci nautico. Il 15 febbraio, il miliardario statunitense di origini tedesche Konrad Schafer venne trovato morto nella sua villa a Miami Beach, ucciso da un colpo di pistola.
Le indagini sulla morte di Schafer si rivelarono subito molto complesse. Inizialmente, i sospetti si concentrarono su un uomo d’affari di origini cubane, che aveva avuto dei contrasti con la vittima. Tuttavia, le prove a suo carico si rivelarono insufficienti e l’uomo venne scagionato.
Nel frattempo, gli inquirenti si erano messi sulle tracce di Chico Forti. Il trentino era stato visto nella villa di Schafer il giorno del delitto e aveva ammesso di aver avuto una breve relazione con la moglie della vittima. Inoltre, Forti aveva un alibi piuttosto debole: aveva dichiarato di aver trascorso la serata del 15 febbraio in compagnia di alcuni amici, ma nessuno di loro era stato in grado di confermare la sua versione.
Il processo a Chico Forti e la condanna a vita
Il processo a carico di Chico Forti ebbe inizio nel febbraio del 2000, a due anni di distanza dal delitto. ‘accusa era pesantissima: omicidio di primo grado, che in Florida prevede la pena di morte o l’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale.
Il processo si rivelò subito molto complicato. ‘accusa aveva a disposizione poche prove schiaccianti: nessun testimone oculare, nessuna impronta digitale o traccia di DNA che collegasse Forti al delitto. Tuttavia, gli inquirenti erano convinti della colpevolezza del trentino e avevano costruito un’accusa basata su indizi e circostanze.
La difesa di Forti, guidata dall’avvocato italiano Claudio Giusti, cercò di smontare uno a uno gli indizi dell’accusa. In particolare, Giusti mise in dubbio la validità di una telefonata intercettata dalla polizia, in cui Forti sembrava ammettere il delitto. Secondo la difesa, la telefonata era stata manipolata e tagliata in modo da alterare il senso delle parole di Forti.
Nonostante gli sforzi della difesa, il 10 marzo del 2000 Chico Forti venne dichiarato colpevole di omicidio di primo grado. La giuria, composta da dodici persone, aveva impiegato meno di quattro ore per giungere a un verdetto unanime. Il giorno successivo, Forti venne condannato all’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale.
tentativi di riaprire il caso e la liberazione di Chico Forti
Nei 22 anni successivi alla condanna, Chico Forti e la sua difesa non si sono mai arresi e hanno continuato a lottare per dimostrare l’innocenza del trentino. In particolare, negli ultimi anni si sono susseguiti diversi tentativi di riaprire il caso e ottenere un nuovo processo.
Uno di questi tentativi è stato guidato dalla giornalista italiana Sabrina Pisu, che ha condotto una lunga e approfondita inchiesta sulla morte di Konrad Schafer e sul processo a Chico Forti. Nel suo libro “Chico Forti, un’ingiustizia americana”, Pisu ha raccolto numerose prove e testimonianze che, secondo lei, dimostrerebbero l’innocenza di Forti.
Un altro tentativo di riaprire il caso è stato portato avanti dall’avvocato italiano Giulia Bongiorno, che ha assunto la difesa di Forti nel 2018. Bongiorno ha presentato diverse richieste di revisione del processo, basate su nuove prove e testimonianze. Tuttavia, finora tutte le richieste sono state respinte dai giudici americani.
Nonostante le difficoltà, la lotta per la giustizia di Chico Forti ha recentemente ottenuto un importante successo. Lo scorso dicembre, il governatore della Florida Ron DeSantis ha concesso a Forti la grazia parziale, commutando la sua pena da ergastolo a 22 anni di carcere, ovvero quelli già scontati. In questo modo, Forti ha ottenuto la libertà e la possibilità di tornare in Italia.
Oggi, dopo 25 anni di sofferenze e lotte, Chico Forti è finalmente libero e sta per riabbracciare i suoi cari in Italia. Tuttavia, la sua odissea giudiziaria non è ancora finita. Forti e la sua difesa continueranno a lottare per dimostrare la sua innocenza e ottenere giustizia.