Chirurgo Ercoli: Competenza e umanità al Sud per fermare la fuga al Nord

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Chirurgo Ercoli: Competenza e umanità al Sud per fermare la fuga al Nord - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Il divario sanitario tra Nord e Sud: un problema di affidamento

Il rapporto tra la popolazione e le strutture sanitarie pubbliche del Sud rappresenta un problema significativo: l’affidamento. Quando l’organizzazione sanitaria non offre tutte le strutture necessarie e all’altezza della situazione, i pazienti perdono fiducia nel sistema e preferiscono affidarsi ad ospedali lontani, anche se scomodi e costosi, ma che offrono una presa in carico globale e risposte efficaci alle loro necessità. Questo è un peccato, perché ci sono strutture pubbliche nel Sud con professionisti medici e infermieri altamente competenti e umani, allo stesso livello del Nord.

Secondo il professor Alfredo Ercoli, professore Ordinario di Ginecologia ed Ostetricia e direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia dell’Università degli studi di Messina e direttore dell’Uoc di Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico ‘G. Martino’ di Messina, “la stragrande maggioranza degli interventi viene effettuata con tecniche chirurgiche d’avanguardia e mininvasive grazie alla laparoscopia con visione tridimensionale ed alla chirurgia robotica”. Queste competenze hanno permesso di trattare molte patologie in modo ottimale e secondo gli standard terapeutici più elevati, sia a livello nazionale che internazionale.

Il divario sanitario tra Nord e Sud: una questione di efficienza e personalizzazione

Il divario sanitario tra il Nord e il Sud del Paese è evidente, come sottolineato anche dall’ultimo rapporto Svimez-Save the children. Alcune regioni del Nord si sono strutturate in modo efficiente, concentrandosi su centri di riferimento per le principali patologie e creando percorsi diagnostico-terapeutici dedicati. Questo ha permesso ai grandi centri di avere più professionisti e di fornire risposte a un numero sempre maggiore di pazienti. D’altra parte, negli ospedali più piccoli del Sud, c’è una maggiore personalizzazione del rapporto con i pazienti, grazie a numeri inferiori e alla possibilità di incontrare sempre lo stesso medico. Questo permette di concentrarsi sulla qualità del rapporto, pur garantendo standard di qualità elevati.

Secondo il professor Ercoli, “in un ospedale più piccolo, come accade al Sud, c’è una maggiore personalizzazione del rapporto con l’utenza perché i numeri sono inferiori, si incontra sempre lo stesso medico, ci si può concentrare maggiormente sulla qualità del rapporto, pur garantendo quella massa critica per operatore necessaria per mantenere standard di qualità elevati”.

La storia di successo di Alfredo Ercoli e l’importanza dei giovani medici

Il professor Ercoli è un chirurgo con una vasta esperienza, che ha lavorato in diverse regioni italiane e all’estero. Attualmente, è a Messina, dove ha portato avanti l’approfondimento sulla chirurgia ginecologica avanzata, tra cui la chirurgia oncologica, urogenicologica e dell’endometriosi. Durante la sua carriera, ha assistito e operato numerosi pazienti, molti dei quali hanno trovato risposte adeguate e trattamenti efficaci a Messina, dopo aver cercato invano in altri ospedali minori.

Il professor Ercoli sottolinea l’importanza dei giovani medici e la loro forza trainante per un ospedale. Tuttavia, fare il medico, soprattutto il chirurgo, sta diventando sempre più difficile, con molti oneri e pochi onori. Questo porta a una carenza di specialisti, poiché sempre meno medici scelgono le specializzazioni chirurgiche. Secondo Ercoli, è fondamentale che il Servizio Sanitario Nazionale offra efficienza all’utenza e motivazioni per il personale, al fine di contrastare la fuga dalle specializzazioni considerate meno attraenti.

Come afferma il professor Ercoli, “oggi è più che mai indispensabile che il Servizio sanitario nazionale offra efficienza all’utenza e motivazioni per il personale per contrastare la fuga dalle specializzazioni considerate meno attraenti. E forse già siamo a questo punto. Un vero peccato”.

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