Chiusura della linea ferroviaria Roma Nord: due anni di disagio per i pendolari da Montebello a Viterbo - Occhioche.it
La notizia della chiusura della tratta ferroviaria che collega Montebello a Viterbo sta provocando preoccupazione tra i pendolari della Roma Nord, un servizio essenziale per migliaia di utenti. A partire da gennaio 2025, questo segmento extraurbano rimarrà inaccessibile per un periodo di due anni, costringendo gli utenti a dipendere da un piano di trasporto sostitutivo ancora non definito. In questo articolo, esploreremo gli impatti attesi della chiusura e le problematiche attuali del servizio.
A partire dal 10 agosto 2025, la chiusura della tratta extraurbana della Roma Nord da Montebello a Viterbo è programmata per un periodo di due anni, in linea con un progetto di ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria. Questa decisione non è stata accolta favorevolmente dai pendolari, che da tempo lamentano disagi e inefficienze nel servizio. A questo si aggiunge una temporanea riduzione dei treni operativa dal 10 al 27 agosto 2025, con la soppressione di quattro corse extraurbane e 34 corse urbane nei giorni feriali.
Le persistentemente segnalate carenze nel servizio fanno parte di un quadro più ampio di attività di ristrutturazione necessarie per il potenziamento della linea, tra cui l’installazione di passaggi a livello presidiati, un progetto che arriva dopo anni di richieste e proteste da parte dei pendolari. Durante un incontro tenutosi il 25 luglio 2023, i rappresentanti del Comitato pendolari ferrovia Roma Nord hanno discusso con funzionari della Regione Lazio e rappresentanti di Astral e Cotral per ottenere chiarimenti e aggiornamenti sullo stato della situazione e sulle richieste di miglioramento del servizio.
Il presidente del comitato, Fabrizio Bonfanti, ha evidenziato che i pendolari dovranno affrontare un periodo prolungato di “passione” a causa della limitata disponibilità di pratiche alternative di mobilità, come bus sostitutivi che, ad oggi, non sono stati delineati. Senza un piano ben definito, gli utenti sono destinati a una crescente difficoltà nel gestire la loro mobilità nella regione, evidenziando preoccupazioni anche in merito al traffico veicolare.
Le richieste di miglioramento del servizio ferroviario si fanno sempre più pressanti. La petizione recentemente presentata dai pendolari raccoglie oltre cinquemila firme e richiede un piano alternativo che allevi il disagio derivante dalla chiusura della tratta. Con l’attuale situazione, i pendolari si trovano a dover viaggiare su mezzi vetusti, spesso sprovvisti di aria condizionata e con frequenti soppressioni di corse. La situazione attuale è diventata insostenibile, e Bonfanti ha sottolineato l’urgenza di un incontro con le autorità competenti per discutere le misure necessarie.
La gestione del traffico veicolare rappresenta una sfida significativa. Se la chiusura della tratta obbligherà molti pendolari ad utilizzare i propri mezzi privati, si genererà un incremento del traffico sulla via Flaminia, ciò potrebbe portare a situazioni di congestione e difficoltà nel parcheggio nelle aree adiacenti alle stazioni. La necessità di un adeguato piano di emergenza per il trasporto pubblico diventa quindi cruciale per ridurre il carico su strade già affollate.
In un contesto di chiusure e disagi, la richiesta di nuovi treni emerge come un’esplicita esigenza da parte dei pendolari. La speranza di un cambiamento è riposta nell’arrivo di nuovi convogli previsti nel piano di ristrutturazione della linea. Già in precedenza, il comitato aveva comunicato che sono attesi tre treni di tipo Alstom, alcuni dei quali sono fermi da oltre due anni e attualmente in fase di revisione.
Il primo dei nuovi treni dovrebbe essere messo in servizio a partire da giugno 2025, seguito da altri cinque entro il 2027. Tuttavia, affianco a queste novità, permangono le preoccupazioni per la condizione attuale delle stazioni e la necessità di una manutenzione regolare per garantire la sicurezza. Molti pendolari segnalano problemi come l’inefficienza dei tornelli e il cattivo stato delle strutture, aumentando il senso di insicurezza e malcontento tra gli utenti.
Un elemento cruciale rimane però la faccenda dei lavori in corso: sebbene siano necessari per il miglioramento generale della linea, generano al contempo frustrazione tra i pendolari, che si sentono abbandonati dalle istituzioni e privati di un servizio essenziale. Un dialogo continuo e trasparente tra i comitati e le autorità competenti risulta fondamentale per mitigare questi legittimi timori.
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