"Comitato europeo contro tortura monitora il caso Salis: dettagli sulle persone coinvolte" - avvisatore.it
Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha rassicurato il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale che sta seguendo il caso di Ilaria Salis con la massima attenzione. Il Presidente del CPT, Alan Mitchell, ha confermato che l’organismo sta monitorando da vicino ogni sviluppo relativo al trattamento e alle condizioni di detenzione di Salis in Ungheria. Questo impegno è stato evidenziato durante le visite del CPT in Ungheria e nel dialogo in corso con le autorità ungheresi.
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, ha sottolineato che non si tratta di chiedere ai magistrati ungheresi di assolvere o scarcerare Salis, ma è compito del governo intervenire sulle condizioni carcerarie. L’indipendenza e l’autonomia della magistratura non sono in discussione in questo caso. Santalucia ha affermato che il governo ha il dovere di intervenire per garantire condizioni adeguate nelle carceri.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che lo Stato italiano ha fatto tutto il possibile per Ilaria Salis. Ha sottolineato che il governo si impegna per tutti i cittadini italiani detenuti all’estero, ma ci sono limiti imposti dalla sovranità della giurisdizione straniera. Nordio ha risposto alle critiche della famiglia di Salis, affermando che non sono mai stati soli e che il governo ha agito prontamente quando è stato informato del problema. Ha sottolineato che l’unico intervento possibile riguarda le condizioni di detenzione, per garantire il rispetto delle norme previste.
Il padre di Ilaria Salis è arrabbiato per quello che considera un’ingiustizia e ha dichiarato di non avere più aspettative nei confronti dello Stato italiano. Ora la decisione spetta a Ilaria Salis, che deve decidere se chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria, rinunciando a quello che ritiene un suo diritto. Il suo avvocato ungherese ritiene che questa sarebbe la soluzione migliore, ma Salis si è sempre opposta finora. Ci sono anche altre considerazioni da fare, come trovare un domicilio sicuro e praticabile per la durata del processo. Inoltre, c’è preoccupazione per la sua sicurezza, dato che la sua foto e il suo indirizzo sono stati pubblicati dai media ungheresi.
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