Contesto: Un’indagine approfondita della Dda di Catanzaro ha portato alla luce il coinvolgimento dell’ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, con la cosca Mancuso della ‘ndrangheta. Il processo “Rinascita Scott” si è concluso il 20 novembre scorso con la condanna di 207 dei 338 imputati, tra cui Pittelli, a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Un’indagine approfondita della Dda di Catanzaro
‘indagine della Dda di Catanzaro, che ha portato al processo “Rinascita Scott”, ha evidenziato come l’ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, abbia fornito un contributo causale determinante alla cosca Mancuso della ‘ndrangheta, andando ben oltre i limiti del suo incarico professionale di avvocato. Secondo il collegio giudicante, presieduto da Brigida Cavasino, Pittelli ha messo a disposizione della cosca una fitta rete di relazioni, consolidando così il radicamento e la penetrazione della ‘ndrangheta in ogni settore della società civile. Questa rete di relazioni si estendeva dalla magistratura alle forze dell’ordine, dalle università agli ospedali più rinomati, dai servizi segreti alla politica, dagli affari alle banche, fino a rafforzare il potere criminale della cosca. Il processo “Rinascita Scott” si conclude con 207 condanne
Il processo “Rinascita Scott”, che ha visto coinvolti 338 imputati, si è concluso il 20 novembre scorso nell’aula bunker di Lamezia Terme con la condanna di 207 di essi. Tra questi, l’ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, è stato condannato a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il coinvolgimento di Giancarlo Pittelli con la cosca Mancuso
Secondo i giudici del Tribunale di Vibo Valentia, Luigi Mancuso, capo della cosca Mancuso, si rivolgeva a Pittelli per risolvere le questioni più disparate, anche quando queste erano banali e necessariamente illecite. Ad esempio, Mancuso ha chiesto a Pittelli di reperire il vino per la festa di laurea della figlia, oltre a richiedere la sua difesa legale per imprenditori vicini al capo, come Rocco Delfino, Alfonso Annunziata e Giuseppe Cosentino. Il collegio giudicante ha sottolineato come Pittelli si sia sempre mostrato disponibile a ogni richiesta del capo, dimostrando così il suo coinvolgimento nella cosca Mancuso e il suo contributo nel rafforzare il potere criminale della stessa. La condanna di Giancarlo Pittelli come segnale di lotta alla ‘ndrangheta
La condanna di Giancarlo Pittelli a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa rappresenta un segnale importante di lotta alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata in generale. Tuttavia, è fondamentale continuare a indagare e perseguire i reati legati a queste organizzazioni, al fine di proteggere la società civile e garantire la giustizia. Gli ultimi sviluppi del processo “Rinascita Scott” mostrano come la ‘ndrangheta sia riuscita a infiltrarsi in ogni settore della società, sfruttando le sue relazioni e il suo potere criminale. È quindi necessario che le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine continuino a collaborare e a lavorare insieme per contrastare questo fenomeno e garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.Sottotitolo: Scoperta la rete di relazioni tra la cosca Mancuso e l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli
Sottotitolo: ‘ex parlamentare Giancarlo Pittelli condannato a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa
Parte 2: Il coinvolgimento di Giancarlo Pittelli con la cosca Mancuso
Sottotitolo: Dalla richiesta di vino per la festa di laurea alla difesa di imprenditori vicini al capo
Sottotitolo: ‘importanza di continuare a indagare e perseguire i reati legati alla criminalità organizzata
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