Condanne e assoluzioni al Tribunale di Torino per il corista Roberto Guenno: ecco cosa è successo

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Condanne e assoluzioni al Tribunale di Torino per il corista Roberto Guenno: ecco cosa è successo - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2024 by Giordana Bellante

L’ultimo aggiornamento che arriva dal Tribunale di Torino pone un focus sul caso di Roberto Guenno, un corista del prestigioso Teatro Regio. La vicenda giuridica ha avuto come fulcro l’accusa di turbativa d’asta, sanzionata con una pena di otto mesi e una multa di 400 euro. Tuttavia, Guenno è stato assolto dall’accusa di interferenza illecita. La vicenda si estende a relazioni pubbliche e presunti favoritismi che hanno scosso l’ambiente teatrale torinese, coinvolgendo anche esponenti politici locali.

Il contesto del processo

Le accuse e la richiesta della PM

L’iter processuale si è rivelato complesso fin dall’inizio, con il pubblico ministero Elisa Buffa che aveva chiesto una pena decisamente severa per Guenno, pari a un anno di reclusione e una multa di 600 euro. La richiesta di condanna si basava su presunti illeciti che il corista avrebbe compiuto nel contesto della sua carriera all’interno del Teatro Regio. Adottando un ruolo attivo nella inita di nomina di William Graziosi come sovrintendente, Guenno sarebbe riuscito, secondo l’accusa, a ottenere vantaggi professionali non dovuti.

In aggiunta, la Fondazione Teatro Regio, costituitasi parte civile nel procedimento, ha rivendicato un risarcimento danni di 30.000 euro per perdite “non patrimoniali”. Tuttavia, il Tribunale ha stabilito che il danno subito fosse anziché quello richiesto, pari a 7.000 euro. Questa decisione evidenzia la volontà del Giudice di vagliare il caso con attenzione, prendendo in considerazione non solo l’aspetto penale ma anche i risvolti civili del procedimento.

Dai favori politici alle nomine

Il cuore dell’accusa riguardava le relazioni personali del corista con l’allora sindaca Chiara Appendino e una sua presunta vicinanza al Movimento 5 Stelle. Queste connessioni politiche sarebbero state sfruttate da Guenno per esercitare pressioni nell’ambito dell’assegnazione di un ruolo di spicco nel Teatro Regio. Secondo l’inchiesta, Guenno avrebbe usato la sua influenza per convincere i decisori a nominare Graziosi come sovrintendente del Teatro, carica ricoperta da maggio 2018 a luglio 2019.

Tuttavia, la difesa ha contestato con successo queste affermazioni, mostrando come Guenno avesse seguito un percorso professionale legittimo che gli avevano consentito di ricevere diversi incarichi, e sostenendo che le sue qualifiche sono alla base della crescita nell’organico del Teatro Regio.

Le contestazioni e il verdetto del tribunale

L’assoluzione per interferenza illecita

Il Tribunale di Torino, dopo un’attenta analisi delle prove fornite durante il processo, ha deciso di assolvere Roberto Guenno dall’accusa di interferenza illecita, stabilendo che “il fatto non sussiste“. L’assoluzione rappresenta un elemento cruciale per Guenno, in quanto cancella una pesante ombra dalla sua carriera musicale e amministrativa all’interno del Teatro. La decisione mette in luce l’assenza di prove concrete che dimostrassero manovre illecite o un utilizzo improprio delle sue relazioni nella sfera politica.

La condanna per turbativa d’asta

D’altra parte, la condanna per turbativa d’asta resta in piedi. Questa accusa si riferisce a pratiche illecite riguardanti l’assegnazione di un incarico a un imprenditore milanese nel 2020. Secondo le indagini, la nomina avrebbe subito un viziamento a causa di accordi sottobanco. Nonostante le procedure di aggiudicazione siano state bloccate prima di raggiungere un esito finale, l’accordo illecito ha comportato la condanna di Guenno. L’aspetto più rilevante di questa sentenza è la necessità di mantenere procedure trasparenti e giuste nell’assegnazione degli incarichi pubblici, specialmente in ambiti culturali di grande importanza come quello teatrale.

Il processo ha evidenziato una serie di questioni sulla trasparenza e la regolarità delle procedure di assunzione e assegnazione di ruoli all’interno delle istituzioni culturali, rimarcando come ogni irregolarità possa danneggiare non solo i singoli individui ma anche la reputazione complessiva di enti prestigiosi come il Teatro Regio di Torino.

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