Condanne lievi e assoluzioni nel caso degli appalti irregolari a Reggio Emilia - Occhioche.it
Nel processo riguardante presunti appalti irregolari in Comune a Reggio Emilia, si è assistito a una serie di condanne lievi e assoluzioni che hanno ridefinito l’andamento dell’impianto accusatorio iniziale. Sebbene venti persone fossero state rinviate a giudizio tra dirigenti ed ex funzionari del municipio, solo quattro di loro hanno ottenuto condanne di modesta entità, facendo emergere sfumature inaspettate nel verdetto emesso.
Il collegio di giudici del tribunale reggiano, composto da Sarah Iusto, Francesca Piergallini e Matteo Gambarati, ha emesso la sentenza di primo grado che ha sorpreso molti osservatori. A fronte dell’accusa di corruzione, unica accusa caduta è stata quella legata alla turbativa d’asta riguardante un bando per il recupero mezzi stradali. L’avvocato Santo Gnoni e Roberto Montagnani, entrambi coinvolti in posizioni dirigenziali legate al Comune, sono stati condannati a un anno e mezzo, segnando una svolta nelle aspettative iniziali del processo.
Vincenzo e Lorenzo Corradini, padre e figlio titolari dell’autofficina vincitrice dell’appalto dibattuto, hanno ricevuto una pena di un anno ciascuno. Tale sentenza si è rivelata un colpo inaspettato, soprattutto considerando le accuse legate a un presunto accordo su crediti vantati dall’autofficina nei confronti del Comune. Per tutti i condannati, è stata inoltre disposta l’incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, dimostrando la severità delle conseguenze legali.
Il processo ha gettato luce su cinque gare d’appalto indette tra il 2015 e il 2017 per un valore complessivo di 27 milioni di euro. Queste gare, riguardanti il recupero mezzi stradali, la mobilità, il trasporto scolastico, i servizi di controllo Ztl e il bike-sharing, sono state al centro di un’ampia inchiesta che ha coinvolto numerose figure di rilievo nell’ambito comunale. Tra le assoluzioni spicca quella di Nando Rinaldi, presidente dell’Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia, insieme all’ex dirigente della Mobilità Alessandro Meggiato e all’ex assessore alle infrastrutture Mirko Tutino, portando ulteriori riflessioni sulla complessità e le implicazioni dell’intera vicenda giudiziaria.
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