Congestionamento dei pronto soccorso: la necessità di un intervento sistemico nel servizio sanitario

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Congestionamento dei pronto soccorso: la necessità di un intervento sistemico nel servizio sanitario - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 by Redazione

La crescente situazione di sovraffollamento dei pronto soccorso in Italia è un tema di rilevante importanza, che richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni sanitarie. Mario Balzanelli, presidente nazionale della Sis 118, ha richiamato l’attenzione su questo problema, sottolineando come almeno il 75% degli accessi ai pronto soccorso riguardino patologie che potrebbero essere trattate attraverso l’assistenza territoriale. Un congresso dedicato a questo tema si terrà il 17 e 18 ottobre a Taranto, organizzato dalla Asl locale, e si concentrerà sull’analisi delle criticità attuali e sulla proposta di nuovi modelli organizzativi per la medicina di emergenza-urgenza.

La criticità del sovraffollamento nei pronto soccorso

Una situazione persistente

La questione del sovraffollamento nei pronto soccorso italiani è grave e irrisolta, un fenomeno che interessa quotidianamente queste strutture. Balzanelli evidenzia come la situazione non sia recente, ma piuttosto una problematica storica che necessita di un intervento immediato. Gli accessi a queste unità di emergenza, infatti, avvengono a tutte le ore del giorno e della notte e includono una significativa percentuale di pazienti con problemi di salute che non richiedono necessariamente l’intervento di un pronto soccorso. Questo sovraccarico di lavoro non solo compromette la qualità delle cure fornite, ma espone anche il servizio sanitario a rischi significativi.

La proposta di un modello organizzativo integrato

Per affrontare questa situazione, è fondamentale adottare una soluzione a livello organizzativo e gestionale. Balzanelli suggerisce che le articolazioni strategiche della medicina del territorio, come stabilito dal Dm 77, devono essere utilizzate in modo più efficace. I Punti di primo intervento possono svolgere un ruolo cruciale in questo contesto, fungendo da strutture intermedie che gestiscono le emergenze e le urgenze con pertinenza e tempestività. La creazione di tali strutture può contribuire a decongestionare i pronto soccorso, permettendo un flusso di pazienti più ordinato e mirato.

Il ruolo strategico dei Punti di primo intervento

Funzionamento e efficacia dei Ppi

I Punti di primo intervento del Sistema di emergenza territoriale 118 si configurano come una risorsa fondamentale soprattutto nelle aree lontane dagli ospedali. Non limitati a contesti rurali, questi punti possono essere collocati anche in aree urbane densamente popolate, offrendo un servizio di soccorso avanzato, gestito da personale medico e infermieristico preparato a trattare varie problematiche cliniche. Balzanelli fornisce dati sull’operato di tali strutture nella Asl di Taranto, evidenziando come, dal 2016 al 2023, 352.231 accessi siano stati registrati, con una percentuale di ricoveri nei pronto soccorso che si attesta solo al 3,76%.

Impatto sui pronto soccorso

In totale, la maggior parte dei pazienti visitati ai Ppi ha ricevuto un trattamento adeguato e è stata successivamente rimandata al domicilio. I dati indicano anche una mancanza di condanne penali per i pazienti trattati e rinviati, sottolineando una gestione appropriata delle acuzie e un effetto di filtro efficace che ha contribuito a deporre i pronto soccorso da flussi eccessivi. L’analisi dei dati dimostra, quindi, che i Ppi non solo alleviano la pressione sui pronto soccorso, ma forniscono anche un livello di assistenza tempestivo e di qualità, rispondendo alle esigenze di una popolazione sempre più esigente.

Necessità di potenziamento a valle dei pronto soccorso

Sviluppo delle unità operative in emergenza-urgenza

Affrontare il congestionamento non riguarda solo migliorare l’approccio a monte, ma richiede anche un potenziamento delle strutture a valle dei pronto soccorso. Le unità operative di medicina di emergenza-urgenza necessitano di svilupparsi adeguatamente per gestire i pazienti instabili in attesa di ulteriori trattamenti o del trasferimento in un’unità operativa specifica. Questo approccio consente una valutazione più precisa delle condizioni cliniche, assicurando che i pazienti ricevano l’assistenza necessaria in modo efficiente.

L’integrazione dei servizi sanitari

L’equilibrio nella pianificazione assistenziale richiede una visione sistemica, dove il sistema delle cure primarie, quello dell’emergenza e quello ospedaliero operano in modo integrato. L’obiettivo è garantire percorsi assistenziali efficaci e rapidi, rispondendo ai vari livelli di esigenza dei pazienti, che spaziano dall’emergenza all’urgenza fino alle acuzie minori. La realizzazione di un modello organizzativo integrato richiede una ristrutturazione delle competenze tra i vari livelli, puntando a risolvere definitivamente il problema del sovraffollamento.

I dati e le proposte presentate da Balzanelli mettono in luce l’urgenza di un cambiamento radicale nell’affrontare le difficoltà attuali del sistema sanitario, creando un contesto in cui ogni cittadino possa ricevere l’assistenza adeguata e tempestiva per le proprie necessità sanitarie.

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