Congiunti con precedenti penali: la loro influenza sulle assunzioni nelle forze di polizia - Occhioche.it
Una recente decisione del Tar del Lazio ha messo in luce un principio giuridico fondamentale riguardante le assunzioni nelle forze di polizia. Si tratta di un tema cruciale non solo per i candidati in cerca di lavoro, ma anche per la società intera, poiché questioni di morale e giustizia sono al centro della discussione. La sentenza ha dichiarato che l’esistenza di parenti con precedenti penali non può essere motivo valido per escludere un aspirante allievo dalle forze di polizia, una questione che tocca da vicino la vita di molti.
La vicenda ha inizio con una giovane di ventisei anni proveniente da TAURIANOVA, in provincia di REGGIO CALABRIA, che ha brillantemente superato tutte le prove di selezione per entrare a far parte della GUARDIA DI FINANZA. Mentre si trovava in attesa di essere convocata per il corso di addestramento, ha ricevuto un provvedimento di esclusione. Questo documento ha giustificato la sua esclusione invocando una quarantina di precedenti penali di alcuni congiunti, insinuando quindi un deficit di qualità morale.
L’aspirante allieva finanziera ha deciso di contestare il provvedimento attraverso il suo legale, l’avvocato DOMENICO ZITO. Nella sua difesa, il legale ha ricostruito l’intero impianto normativo vigente, citando altresì le pronunce della CORTE COSTITUZIONALE riguardanti la questione. Zito ha enfatizzato la centralità della persona, sottolineando che l’altezza delle qualità morali deve basarsi unicamente sui precedenti del candidato e non sulle eventualità penali dei familiari, onde evitare una discriminazione insostenibile.
Il Tar del Lazio, accogliendo le argomentazioni sollevate dall’avvocato Zito, ha emesso una sentenza a favore della giovane, affermando che il fatto che un candidato abbia parenti non conviventi con precedenti penali non giustifica, di per sé, l’esclusione. Questo principio costituisce un passo avanti significativo nella lotta contro discriminazioni in base al contesto familiare. Inoltre, il Tar ha evidenziato che tale valutazione, se non appropriata, rischierebbe di generare gravi ingiustizie nei confronti di individui la cui vita è stata improntata a valori positivi come studio e lavoro.
In risposta, le amministrazioni interessate hanno presentato un appello cautelare al CONSIGLIO DI STATO, il quale però è stato rigettato. Questo ha consolidato ulteriormente la posizione della giovane e messo in rilievo l’importanza di rivendicare diritti riconosciuti nel sistema giuridico italiano.
L’avvocato Zito ha espresso soddisfazione per la sentenza ottenuta fino a quel momento. Nel suo messaggio, ha sottolineato come sia fondamentale ribadire che ogni individuo debba essere valutato per la propria condotta e non per quella dei propri familiari. Questo approccio si allinea con i principi di giustizia e civiltà giuridica. Zito ha sottolineato che sarebbe ingiusto penalizzare una persona che ha sempre mantenuto un comportamento esemplare per vicissitudini legate a terzi.
Nonostante il progresso, l’avvocato ha manifestato la sua fiducia nel risultato finale, previsto per il prossimo novembre, che si svolgerà durante il giudizio di merito. Il suo auspicio è di permettere alla giovane di avviare finalmente il suo corso di addestramento presso la GUARDIA DI FINANZA, una carriera tanto ambita.
La questione rilevata dal caso in esame non rappresenta solo un’opportunità di giustizia individuale, ma anche un segnale importante per l’intera società: la qualità morale di un candidato deve essere valutata in modo obiettivo e non influenzata da fattori esterni.
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